Il breve testo che segue, scritto da un poeta cristiano, è di una semplicità estrema, ma reca in se una visione unica e profonda del momento in cui Dio si fa uomo e viene ad abitare in mezzo a noi.
La poesia pone l’accento sulla straordinaria attenzione, e delicatezza, che il Signore ha posto nel voler “farci visita”.
Ha pensato di mostrarsi nudo, non solo perché neonato, ma perché povero, privo di ogni ornamento o bene materiale, in modo da far comprendere, proprio a noi, l’essenza dell’esistenza, per renderci sensibili e capaci di aiutare coloro che possiedono molto meno di noi.
Il tenero bambinello ci accoglie senza farci temere alcunché, ma solo svelandoci il suo amore infinito e la sua particolare fiducia nell’essere umano che, pur essendo miseramente debole e indotto al male, mai deve dimenticare di essere stato concepito a sua immagine.
“Sono nato nudo, dice Dio,
perché tu sappia spogliarti di te stesso. Sono nato povero, perché tu possa soccorrere chi è povero. Sono nato debole, dice Dio, perché tu non abbia mai paura di me.
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