Il Natale che perde la sua tradizione cristiana. Questo è quello che sta accadendo, lasciando sgomenti molti fedeli cattolici.
“Ci saranno decorazioni natalizie, ma non presepi pubblici”. Questa è la decisione della locale Prefettura, contro la visione del Natale.
Un Natale senza presepe che Natale è? Ma purtroppo non tutti comprendono l’importanza di questa festa, di questo tempo liturgico, tra i più importanti di tutto l’anno. Quella che stiamo per raccontarvi è ciò che sta accadendo in uno dei Paesi degli Stati Uniti di America, nella città di Rehoboth Beach.
Un divieto che ha suscitato giustamente la reazione della Chiesa Cattolica presente nello stato: tutti i presepi pubblici devono esser ritirati o, comunque, non allestiti in luoghi aperti. Lo scorso anno, per cercare di invertire la situazione, alcuni abitanti hanno manifestato di fronte alla prefettura, ma le loro proteste non hanno sortito effetto.
Ma ciò che sconvolge è che, quest’anno, la locale Prefettura ha stabilito nuovamente il divieto, in vigore dal 2018, di allestire presepi in piazze, parchi e luoghi amministrati dal potere pubblico: “Tutti i presepi allestiti in luoghi pubblici verranno sommariamente smontati. Oltre a questo, gli eventuali danni saranno a carico dei proprietari delle strutture” – scrive la nota della Prefettura stessa.
Una rinuncia completa a tutte, ma proprio tutte, le decorazioni natalizie? Assolutamente no: la prefettura ha autorizzato un finanziamento fino a 10.000 dollari per decorazioni natalizie che celebrino la diversità culturale.
Uno schiaffo alla visione cattolica del Natale allora. Togliere tutti i presepi, per lasciare spazio a qualsiasi altra decorazione, di qualunque altro tipo, nel solo nome della diversità culturale. Questo non è accettabile: la Chiesa deve far sentire forte la sua voce.
Il Natale è, prima di tutti il presepe: ma non la sua costruzione, i pastori o che altro. Ci ricorda la nascita di Gesù, il Salvatore del mondo, l’autore della vita. Come può esser messo da parte tutto ciò?
ROSALIA GIGLIANO
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