E’ allarmante il numero delle denunce degli atti vandalici avvenuti in Italia contro il vero simbolo del Natale: il presepe.
E’ davvero preoccupante il bilancio degli attacchi al presepe alla fine del tempo del Natale, che termina col Battesimo del Signore e non con l’Epifania come un noto detto ci fa intendere.
Una sequenza di episodi criminali contro la Natività avvenuti in varie parti d’Italia. Si percepisce che si tratta non soltanto di comportamenti devastatori ma di vere e proprie azioni di matrice satanica da parte di singoli o gruppi.
Il primo episodio, è avvenuto il 14 dicembre, ai danni del presepe allestito nel centro di Angolo Terme, in provincia di Brescia, Lombardia. La statua di San Giuseppe è stata decapitata, il bue e l’asino messi in una posizione oscena e alcuni rifiuti gettati all’interno della capanna.
A Ossi, un paese in provincia di Sassari in Sardegna, la notte della vigilia di Natale, qualcuno se l’è presa col Presepe situato nella via principale. Le statue sono state prelevate, trascinate e poi abbandonate per strada, per poi essere ritrovate il giorno di Natale tra lo sconcerto della gente.
Decapitata la testa di Gesù Bambino e lasciata davanti al cimitero
Ancora in Sardegna, sempre la notte della Vigilia, ad Arbus, nel sud dell’isola, un fatto inquietante ed ignobile. La statua di Gesù Bambino è stata decapitata e la testa portata davanti al cimitero. La comunità locale è sotto shock.
Affranti anche i volontari che da 18 anni realizzano un bellissima Natività nella chiesina di San Quirico in Petroio a Valgiano, in provincia di Lucca, Toscana. Nel pomeriggio del 26 dicembre, degli ignoti hanno buttato del detersivo nel presepe di 63 metri quadrati, di cui buona parte della superficie era occupata dall’acqua con un lago centrale e uno più piccolo, più varie cascate. Il danno è irrimediabile.
A Robbiate, in Brianza, nella provincia di Lecco, Lombardia, la Pro Loco si è vista costretta a smontare prima del tempo, il 29 dicembre anziché il 6 gennaio, la casetta della Natività allestita nella piazza del paese, a causa dei ripetuti danni causati alla struttura.
Presepe: Gesù Bambino impiccato da ignoti e decapitato
A Mogliano Veneto, ancora il 29 dicembre, il Bambin Gesù, viene tolto dalla culla e appeso con un cappio al collo. Un fatto gravissimo ma non isolato, che rientra in una serie di atti violenti contro il simbolo della Natività, avvenuti nel Trevigiano.
Eccoli: il 25 dicembre, la notizia del rogo alla capanna nel presepe vivente di Revine, 84 anni di storia e una tradizione radicatissima. Nello stesso giorno si segnalano danni al presepe di Caerano. E ancora prima la notizia della sottrazione di Gesù dal presepe di Parè. Ma un Gesù viene rubato anche dal presepe di Mosnigo.
Nella notte di San Silvestro, a Caprino Veronese, il Bambino Gesù è stato decapitato. I fedeli se ne sono accorti durante la Messa di Capodanno. Un altro atto sacrilego è accaduto sempre nella notte a cavallo tra il 2019 e il 2020, a Pedemonte, in provincia dove la statuina di Gesù è stata bruciata.
A Viila Braila nel comune di Lodi, in Lombardia, un residente il 1° gennaio si è accorto che mancava la statuina di Gesù nel presepe allestito come ogni anno nel parco di San Bernardo. Poi lo stesso, mentre proseguiva il suo giro col cane, l’ha ritrovata con la testa spezzata, nei campi adiacenti.
Purtroppo non è la prima volta nella zona. Per tanti anni, a essere preso di mira è stato il presepe allestito dagli Scout e da don Angelo Carioni sul sagrato della chiesa delle Grazie a Lodi.
Che cosa nascondono gli atti vandalici contro il Presepe?
Nello stesso giorno, l’1 gennaio, anche a Monza per la parrocchia di Cristo Re, un’amara scoperta. Durante l’ultimo dell’anno un episodio di vandalismo ha colpito le statue del presepe che erano state allestite sul sagrato. Una Natività semplice ma allestita con passione da alcuni fedeli che sottolineano come n fatto simile non era mai accaduto prima.
E questi sono gli episodi denunciati e balzati alla cronaca ma si teme che ne siano avvenuti molti di più.
Non possiamo ignorare che ad essere presi di mira non sono né l’albero, né le decorazioni pagane e neanche babbo natale ma il presepe: la rappresentazione del Figlio Dio che nasce in mezzo a noi, si fa Bambino, e che più di ogni altro lega la fede al senso di intimità familiare.
Allora domandiamoci perché il presepe suscita tutto ciò. Non si tratta soltanto di atti vandalici, incivili e ignobili di per sé già molto gravi, ma di attacchi mirati alla fede e a quei simboli che sono il cuore della cristianità, e mossi da coloro a cui il presepe dà parecchio fastidio.
Simona Amabene
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