I rischi sono importanti, il 40% muore dopo la nascita, circa il 60% sviluppa handicap di vario genere.
Una mamma grata a Dio racconta la nascita miracolosa della sua quinta figlia Teresa Benedetta
Tanti fedeli, grati alla Madonna e a Dio, testimoniano le grazie ricevute. Molto toccante Quella di Teresa, mamma di 5 bellissimi bambini. La donna spiega che nel 2003 ha scoperto di essere rimasta nuovamente incinta. La notizia l’ha riempita di gioia, lei e suo marito erano ben disposti ad accogliere un nuovo arrivato, ed alla prima ecografia la gioia era raddoppiata: aspettava due gemelli.
Nel corso della visita successiva ha scoperto con suo grande rammarico che il secondo piccolo era morto e che presto sarebbe stato riassorbito (fenomeno molto comune in una fase prematura della gravidanza). La seconda brutta notizia è arrivata con l’ecografia del 5° mese, quella in cui si scopre se il piccolo è sano e non presenta malformazioni: “Vede signora, questa è la testa del bambino e qui dentro appare tutto nero!”, le dice infatti il medico che poi aggiunge: “Sa cos’è questa? È tutta acqua! È sa cosa significa? Che manca metà cervello!”. Il medico a quel punto le spiega che non ci sono possibilità che il bambino nasca sano, le dice che potrebbe morire dopo pochi anni e che se anche sopravvivesse, avrebbe degli handicap importanti.
Su consiglio della sorella, questa donna carica di amore si reca in altre due cliniche per effettuare altre ecografie. Teresa riceve sempre il medesimo responso: sarebbe meglio abortire. Disperata, la donna fa un ultimo tentativo contattando un’amica della sorella che fa il medico a Roma. Prende un aereo e vola nella capitale per una visita al Policlinico Gemelli. Durante quella visita viene rassicurata: “Mi ha accolto con molta gentilezza e con il sorriso sulle labbra, mi ha fatto l’ecografia e con amore fraterno mi ha spiegato che il feto aveva un caso di idrocefalia molto serio, che il cervello era intero; forse mancava il corpo calloso, ma eventualmente questo sarebbe stato un problema minore rispetto all’importanza dell’idrocefalo”, spiega infatti la donna parlando del medico.
La donna porta avanti la gravidanza con serenità ed al momento di partorire scopre che la sua piccola è robusta e probabilmente sopravviverà all’intervento. La bambina subirà 3 interventi nel giro del primo anno di vita, ma adesso svolge una vita normale, è socievole e cresce serena. Tutte le avversità affrontate, la necessità di una terapia psicomotoria e l’obbligo di controlli semestrali sono nulla in confronto alla gioia di poter crescere e amare questa bambina, e la donna per questo ringrazia Dio che le ha dato il coraggio di non mollare.
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