Morte insieme le sorelle Kessler: la scelta del suicidio assistito tra sconcerto e normalizzazione

Alice ed Ellen Kessler, le celebri sorelle gemelle soubrette tedesche ormai anziane sono morte insieme con il suicidio assistito: una scelta sconcertante che viene sempre più normalizzata.

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Riflessioni sul suicidio assistito delle sorelle Kessler – lalucedimaria.it

Il modo in cui è stata accolta mediaticamente la notizia della morte di Alice ed Ellen Kessler, le due famose sorelle gemelle che hanno calcato i palcoscenici di tutto il mondo nei decenni passati, fa comprendere molto del clima culturale che si respira nella nostra società.

Le celebri soubrette tedesche di ormai 89 anni sono morte sì, ma non di morte naturale. Loro stesse hanno scelto e deciso di porre fine alla loro vita e lo hanno fatto mediante la pratica del suicidio assistito che in Germania è consentita.

La pericolosa normalizzazione del suicidio assistito dietro la morte delle sorelle Kessler

I titoli di molti giornali si susseguono mettendo in evidenza la libera scelta delle due donne ed esaltando perciò la loro autodeterminazione come un valore positivo e assoluto da porre in rilievo. Si sono date la morte nella loro casa di Gruenwald, dove vivevano insieme, in un legame simbiotico che le ha portate a condividere oltre alla nascita anche il termine della loro esistenza terrena.

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La normalizzazione del suicidio assistito – lalucedimaria.it

Avevano preso la decisione già diversi anni fa e ora la hanno messa in atto. Aiutate da un medico ed un avvocato hanno effettuato la procedura attraverso cui l’iniezione letale fornita dal medico deve essere meccanicamente azionata da chi vuole suicidarsi affinché si affermi la sua libera volontà.

Erano malate, sì, come molti anziani, e peraltro non in condizioni terminali o di sofferenze atroci e altamente invalidanti. Semplicemente hanno decretato di non voler più continuare a vivere una vita che evidentemente era un peso per loro. Dietro la volontà di morire sono varie le dinamiche piscologiche che portano poi a compiere l’atto. Le riflessioni da fare a margine di questa tristissima e dolorosa vicenda sono essenzialmente due: la mancanza del senso della vita e della sofferenza alla base del suicidio assistito e la normalizzazione di una mentalità sempre più diffusa, l’esaltazione dell’autodeterminazione.

Autodeterminazione e mancanza di senso: quando Dio viene oscurato

La perdita o mancanza del senso della vita e l’impossibilità di vedere un senso alla sofferenza sono strettamente connesse con la spiritualità in cui la vita della persona è intessuta. L’esaltazione dell’autodeteminazione è una conseguenza di una visione incentrata sull’Io e che esclude o mette all’angolo la presenza di Dio nella propria vita e nella storia del mondo.

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Autodeterminazione ed esclusione di Dio – lalucedimaria.it

In un’ottica atea o agnostica o idolatrica, come quella della nostra società che è essenzialmente neopagana, in cui il Dio trinitario è escluso dall’orizzonte umano, rifiutato o non realmente conosciuto, la scelta del suicidio assistito appare come una logica conseguenza.

Dove trovare le risposte di senso dell’esistenza altrimenti? Da chi ricevere la forza data per affrontare le sofferenze, soprattutto quelle di grave entità, la malattia, la solitudine, la debolezza della vecchiaia? Puntando tutto sulla propria volontà di autodeteminare se stessi fuggire al dolore è una scelta congrua. Solo in un’ottica di fede si può considerare che la morte come soluzione al dolore non è altro che una tentazione diabolica.

Decidere di morire è la nuova normalità?

L’accoglienza di notizie come questa della morte delle sorelle Kessler in un clima di grande emotivismo volto a condividere, accettare, approvare ed esaltare il suicidio assistito perchè libera espressione della propria volontà, atto lecito in virtù della propria autodetermianzione è sintomatico del livello spirituale della nostra società.

Il disegno di legge sul suicidio medicalmente assistito attualmente in discussione in Parlamento e l’evidente pressione mediatica che viene massicciamente portata avanti da vari fronti per indirizzare l’opinione pubblica e la sensibilità popolare mira ad una normalizzazione di una pratica frutto di una mentalità egoica.

Decidere di morire potrebbe diventare la nuova normalità: una deriva tra altre velata da una compassione frutto di un gigantesco inganno. Viene dal rifiuto di Dio, da una solitudine profonda dell’essere umano che divora, dall’anelito di infinito che non ha trovato ancoraggio, appagamento. Spesso perchè non c’è stato un incontro con il vero Dio, o perché se ne ha una visione falsata. Le motivazioni rientrano nella storia personale di ciascuno e solo il Signore le conosce davvero.

Ciò che si può osservare, al di là del mistero più profondo che riguarda ciascuna delle nostre anime, è che in un rapporto con il Padre che ci ha creati per amore, il Figlio che è morto per amore e lo Spirito Santo che è amore si trova il senso della sofferenza e viene data la forza per affrontarla e la liberazione dalle tentazioni.

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