Monsignor Capelli, il “Sacerdote volante” che aiuta i poveri

il "Sacerdote Volente" che aiuta i poveriMonsignor Capelli si è guadagnato il soprannome di “Sacerdote Volante” grazie al suo febbrile operato da missionario nelle Isole Salomone.

Papa Francesco ripete spesso che uno dei compiti principali del buon cattolico, nonché compito fondamentale per potersi ritenere tale, è quello di dare aiuto ai bisognosi. Il concetto viene ripetuto spesso e in queste settimane che hanno preceduto l’Avvento si è fatto più presente e persistente. Il Natale, d’altronde, è il periodo in cui, più di ogni altro, ci si deve impossessare del messaggio divino e non c’è miglior modo di fare propria la lieta novella che condividere anche l’unico tozzo di pane a disposizione con chi non ne ha.

Insomma la carità è un aspetto imprescindibile dell’essere cristiano che va accompagnato con la discrezione e l’umiltà. Aiutare il prossimo, infatti, non dev’essere un’occasione per mostrare agli altri quanto si è buoni, ma solo un’opportunità per migliorare la vita di un altro essere umano che in quel momento ha bisogno non solo di aiuto, ma anche di speranza. Il primo a mettere in pratica tali propositi è proprio il papa che da due anni ormai fa girare per le vie di Roma il camper della speranza: un camper al cui interno ci sono volontari e medici che si occupano dei bisognosi della Capitale. A seguire l’esempio del pontefice sulla carità silenziosa è monsignor Capelli, vescovo di Gizo nelle Isole Salomone.

Monsignor Capelli ed i viaggi in aereo per portare viveri ai poveri

Nato a Sondrio (Valtellina) e diventato missionario ormai oltre 40 anni fa (è stato missionario nelle Filippine per 35 anni), monsignor Capelli è stato nominato vescovo di Gizo (capitale delle Isole Salomone) nel 2007 da papa Benedetto XVI. Nel corso di questi 11 anni il vescovo ha cercato un modo per migliorare le condizioni di vita degli abitanti delle isole, rese difficoltose anche dalla mancanza di collegamenti stradali e dal costo eccessivo della benzina utile a colmare le distanze con le barche. Dopo aver richiesto una campagna di solidarietà nella sua Valtellina, il vescovo ha ottenuto un programma di sostegno ed in dono un aereo ultra leggero con il quale porta in prima persona i viveri ed i medicinali ai più bisognosi.

Desideroso da sempre di divenire un pilota di aerei, monsignor Capelli ha fatto un corso intensivo di un mese che gli ha permesso di imparare a manovrare il velivolo ed ora da tutti è soprannominato il “Sacerdote volante”. In un’intervista concessa a ‘UCCR‘, il vescovo si è detto contento della possibilità di aiutare quante più persone possibile: “Da piccolo volevo pilotare gli aerei, poi ho fatto il prete e adesso sono un vescovo pilota. Cosa potrei chiedere di più dalla vita?”, confida infatti il monsignore che poi aggiunge: “Raggiungo gli ospedali, le scuole, le comunità a cui consegno viveri, farmaci, generi di prima necessità. Gli spostamenti sono più rapidi volando”. Quello appena descritto è uno dei tanti esempi di come la Chiesa aiuti le persone, un esempio che andrebbe condiviso da tutti i media, non per celebrare la carità, ma per far capire alle persone che non esistono solo gli scandali.

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Luca Scapatello

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