Il Camper di Papa Francesco, in cerca dei poveri della città

Camper di Papa Francesco
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Il Camper di Papa Francesco di aggira per Roma, in cerca dei poveri della città.

Forse non tutti sanno che c’è un Camper che si aggira per le strade di Roma. E’ un’idea della dottoressa Ercoli.

Così, un mezzo che viene utilizzato solitamente nelle cerimonie pontificie, che porta con se l’attrezzatura mobile di rianimazione, è stato trasformato in un ambulatorio itinerante e adibito a Camper di strada.

E’ diventato, dunque, il Camper di Papa Francesco, che, attraverso i volontari del Vaticano, medici, infermieri e soccorritori, va incontro ai bisognosi, che sostano lungo le strade della periferia, dove ci sono i campi rom, i rifugi dei senzatetto, le famiglie che hanno perso tutto.

Il Camper di Papa Francesco porta cibo, medicine e abiti, ma anche conforto, speranza per un futuro più dignitoso; porta la generosità dei soccorritori e il messaggio di fratellanza che proviene direttamente dalla Chiesa.

Il Camper di Papa Francesco esiste grazie al Cardinale Krajewski

Il Camper di Papa Francesco ha percorso già 4000 chilometri ed è guidarlo da Maurizio Cimino, soccorritore della Direzione di Sanità e Igiene del Vaticano, che offre il suo tempo per il progetto “Medicina Solidale”, attuato grazie al consenso e al supporto dell’Elemosineria Apostolica, presieduta dal Cardinale Konrad Krajewski.

Ecco le parole di Maurizio Cimino: “Di solito usciamo col camper un giorno a settimana, ma sono capitate anche uscite più ravvicinate, per situazioni di emergenza sanitaria che ci venivano segnalate. A volte, ci siamo trovati davanti dei veri e propri esodi di persone. Gente che veniva scaricata per la strada o in centri di accoglienza e a cui mancava tutto”.

“È dura, a volte ti viene da piangere. Vorresti poterli aiutare tutti, i bambini in modo particolare … E’ vero noi portiamo i farmaci, il cibo, i giochi, i vestiti, ma sono loro che danno a noi. Io, ogni volta che vado via da questi luoghi, li ringrazio. Loro dicono: “grazie a voi”. E io invece dico: no, grazie a voi, che ci insegnate che anche dare nulla, è tanto”.

Antonella Sanicanti

 

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