Messa in televisione, seguirla soddisfa il precetto domenicale?

In questi momenti di difficoltà molti fedeli si sono chiesti se seguire la Messa a distanza possa soddisfare il precetto domenicale.

(Websource/Archivio)

La risposta a questa curiosità la traiamo dalle parole di Don Gilberto Aranci, tratte dalla rubrica ‘Risponde il Teologo’ del sito d’informazione ‘Toscana Oggi’.

Messe in televisione durante il Coronavirus

Nelle scorse settimane si è dibattuto a lungo su forum e non solo se fosse giusto impedire ai fedeli di andare a Messa la domenica. Da un punto di vista sanitario appare la scelta più giusta, ma i fedeli ritenevano che solo la partecipazione alla funzione, in questo tempo difficile, potesse garantire una vittoria contro il Coronavirus. Le proteste hanno portato anche a tentativi di aggirare le regole contenute nel decreto (come la messa all’aperto in Umbria), ma è stato chiarito una volta per tutte che la partecipazione fisica alle messe, seppure all’aperto non sarà possibile.

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L’unico modo per seguire una messa di questi tempi in Italia, dunque, è collegarsi alla diretta televisiva. A trasmettere la Messa del Papa ci pensa ‘Tv2000’, ma è possibile anche seguirla in diretta streaming. Molte parrocchie più piccole si stanno attrezzando per permettere ai fedeli di pregare insieme virtualmente e di seguire quantomeno la messa domenicale. Insomma la comunità cristiana si sta attrezzando per pregare insieme anche con il divieto di presenziare fisicamente.

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La Messa in televisione assolve al precetto domenicale?

Rimane il dubbio teologico e dottrinale, secondo il quale l’unico modo di soddisfare il precetto domenicale è quello di partecipare attivamente e fisicamente all’Eucarestia e alla Santa Messa. Assistere alla funzione in diretta televisiva può quindi assolvere al precetto? Per rispondere a questo quesito utilizziamo le parole di Don Gilberto Aranci. Questo rispondeva ad un fedele che si poneva questo quesito per gli anziani o per quei malati impossibilitati a partecipare fisicamente alla Messa.

Il Sacerdote a tale dubbio rispondeva:

“Secondo la liturgia cristiana il culto reso a Dio è primariamente comunitario (liturgia=culto del popolo) e richiede la partecipazione personale. Così è sempre la celebrazione dell’Eucaristia: tutta l’assemblea partecipa (non assiste semplicemente) alla celebrazione eucaristica presieduta dal sacerdote ed insieme a lui esercita il sacerdozio comune unendo l’offerta di sé a quella di Cristo fatta una volta per sempre.

Di conseguenza, ed ecco l’aspetto morale, il precetto festivo della Messa non può essere soddisfatto altro che con la partecipazione personale all’Eucaristia domenicale. Oltre a ciò va tenuto presente l’altro principio morale che nessuno è obbligato a compiere atti “impossibili”. Per questo chi per seri e gravi motivi è impedito o impossibilitato non è tenuto al precetto: ad esempio, chi è malato o anziano, o chi è particolarmente lontano dal luogo della celebrazione domenicale”.

La risposta

Leggendo le parole di Don Aranci appare chiaro che il principio di “impossibilità” si possa applicare anche a questo caso. La situazione eccezionale che stiamo vivendo ci ha posto nell’impossibilità di raggiungere il luogo di culto per partecipare attivamente alla Santa Messa. Dunque tutti noi in questo momento non siamo tenuti ad osservare il precetto. Questo non significa che non si possa partecipare ad una Messa da casa e il fatto che al giorno d’oggi ci venga concessa la possibilità di farlo accendendo la televisione è un vantaggio enorme.

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Luca Scapatello

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