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Medjugorje

Medjugorje: padre Jozo racconta i prodigi del digiuno

Fin dall’inizio delle apparizioni, la Madonna a Medjugorje, ci richiama al digiuno, il mercoledì e venerdì. E a questa sua costante richiesta, è legata una storia incredibile.

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Che ci aiuta a comprendere la forza inimmaginabile racchiusa in questa pratica, che è piuttosto in disuso nella Chiesa, oggi. Ma che necessita urgentemente di essere riscoperta. 

Questa straordinaria testimonianza, è stata riportata da padre Jozo, il parroco della chiesa di San Giacomo a Medjugorje, all’inizio delle apparizioni della Regina della pace, quindi nell’anno 1981. È lo strabiliante racconto di quanto sia efficace la preghiera unita al digiuno.

La Madonna: “Tu devi digiunare e pregare”

Un uomo che possedeva un hotel in Germania, aveva interpellato le migliori cliniche, nella speranza di trovare una cura per il figlio che era paralizzato da tre anni. Ma tutto era inutile. Nessuno gli dava delle speranze.

Accade che quel padre, approfittando delle vacanze, si reca a Medjugorje con sua moglie e suo figlio. Là incontra la veggente Vicka e cui si rivolge con voce accorata: “Chiedi alla Madonna cosa devo fare perché mio figlio possa guarire“.

La veggente presenta la richiesta alla Vergine Maria. Poi riferisce la risposta: La Madonna ha detto che devi credere con convinzione e devi anche pregare e digiunare”.

L’uomo non accetta la risposta

L’uomo rimane un pò sconcertato. Terminati i giorni di pellegrinaggio a Medjugorje, fa ritorno a casa con sua moglie e suo figlio. E tra sé e sé si chiede: “Digiunare.. e perché?”. Quella risposta per il tramite di Vicka non lo aveva convinto.

Trascorre un pò di tempo, ritorna a Medjugorje, e cerca di parlare con un’altra veggente. Incontra così Marija a cui rivolge la stessa richiesta. Ancora una volta, la risposta da parte della Madonna è la stessa: La Madonna dice che devi digiunare, credere con fede e pregare”.

Allora l’uomo confida alla moglie che si aspettava qualcos’altro: “Sono disposto a fare delle donazioni consistenti ai poveri, qualsiasi opera di carità, qualsiasi cosa per ottenere la guarigione di nostro figlio, però non a digiunare. Come posso digiunare?”

“Se tu mi ami, come puoi non digiunare?”

Mentre le parlava, l’uomo si è sentito avvolto dalla tristezza. Ha guardato poi il figlio e le lacrime cominciavano a scendere dai suoi occhi. Poi ha sentito una voce interiore: “Se tu mi ami, come puoi non digiunare?“. É stata come una scossa interiore! In quell’istante, decide nell’intimo del suo cuore: “Sì, posso!”.

Si rivolge alla moglie, che già aveva aderito al digiuno, con tono deciso: “Anch’io voglio digiunare!”.

Dopo alcuni giorni, padre Jozo li incontra a Medjugorje: “Padre, stiamo digiunando!”. E lui: “Bravi! Molto bene. Avete trovato la via”.

In quel periodo, nella chiesa di san Giacomo a Medjugorje, erano soliti pregare, tutte le sere, per gli ammalati. Così avviene anche quella sera. Pregavano e molti guarivano. C’erano anche loro, padre, madre e figlio che però non guarisce.

La madre persevera nella preghiera

Avevano iniziato la loro conversione, il padre e la madre stavano guarendo. Al termine, sono usciti con padre Jozo dalla chiesa, e lui stesso, ricorda come in cucina, la madre voleva continuare a pregare per il figlio. E così fanno.   Improvvisamente, lei prende il bambino, lo mette in piedi sul pavimento e gli dice: “Cammina!”. Il figlio incomincia a camminare! E poi si è ristabilito completamente.

“In quel momento – conclude padre Jozo – anch’io capivo! Vedevo chiaramente quello che la Madonna vuole ottenere con il nostro digiuno!

LEGGI ANCHE: Medjugorje, il messaggio per oggi: “Satana è astuto e attira molti cuori”

Digiunare, non significa castigare, punire noi stessi. Digiunare, significa liberare se stessi, liberare l’amore, la fede, la speranza, liberare la pace nel proprio cuore. Digiunare, significa prepararsi, con una rinuncia, perché il Signore possa aprirci gli occhi al bene per scoprire nel cuore la vera vita in, per e con Dio, il Volto di Cristo”.

Simona Amabene

 

Simona Amabene

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Simona Amabene

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