Medjugorje: Guardare con sufficienza ai pellegrini è un errore

 

 

Il Bando dell’Ospedale San Camillo che offriva due posti di lavoro solo a medici disposti ad effettuare un aborto ha suscitato un polverone, tra le accuse formulate all’ospedale c’era quella di fare discriminazione.

 

Sulla questione il sito ‘La Fede Quotidiana’ ha intervistato il Vescovo di Palestrina, Monsignor Domenico Sigalini, il quale ha prima effettuato una riflessione scevra dalla propria opinione personale dicendo che lo Stato laico necessita di fare rispettare le proprie leggi e che queste, molte volte, non coincidono con la visione cristiana della vita.

 

Le affermazioni del Vescovo sembrano giustificare il bando messo dalla Regione Lazio, ma in realtà si tratta di una considerazione oggettiva del funzionamento delle leggi che in seguito si scontra con la sua visione del mondo e della questione aborto:

 

“ Pur partendo dalla idea e dal principio che lo stato deve tutelare anche le donne che vogliano abortire, cosa che io non condivido affatto, per altro verso occorre difendere e proteggere il diritto, altrettanto sacrosanto, di quei medici che vogliano obiettare. Invece qui, in questo bando, l’ obiettore è discriminato. In poche parole, si fa una intollerabile discriminazione nei confronti dell’obiettore di coscienza”.

 

Risulta chiaro da  queste affermazioni che la premessa del Vescovo non voleva essere una giustificazione per il bando ma un modo per osservare la questione in maniera più ampia. Egli infatti dice che essendo presenti nella società delle persone che vogliono la libertà di abortire (una libertà che per il vescovo rappresenta una sconfitta), l’Ente regionale e l’ospedale si trovano in obbligo a cercare figure professionali che abbiano determinate caratteristiche e salvaguardino quella che dalla legge è concessa come una libertà. Quindi, a suo parere, il focus della polemica dovrebbe essere dirottato dal bando alla questione aborto in genere.

 

Chiarita la sua posizione sul bando e sull’aborto, l’intervista si sposta su Medjugorje e sulla decisione del Papa di mandare un inviato speciale. Il Vescovo spiega subito che vede la scelta del Pontefice come un fatto positivo, non si tratta secondo lui di un commissariamento, anzi è un riconoscimento del valore globale di Medjugorje.

 

A questo punto l’intervistatore chiede a Monsigor Sigalini se anche lui fa visita alla Madonna di Medjugorje e questo con candore risponde: “Certo e non mi vergogno a dirlo, non vedo nulla di sbagliato. Ritengo  che disprezzare Medjugorje o guardare con sufficienza ai pellegrini è un errore. Gli alberi  si giudicano dai frutti e  quelli di Medjugorje sono positivi, pertanto l’albero è buono”.

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