Malta: “sacramenti ai divorziati , ma solo qualora la loro situazione lo permetta

 

 

Il primo paese al mondo a mettere in atto i criteri del capitolo VIII del ”Amoris Laetitia” è Malta. L’arcivescovo di Malta ed il Vescovo di Gozo hanno infatti dichiarato ufficialmente, in un testo rivolto principalmente ai sacerdoti della diocesi maltese, che da ora in poi i sacramenti potranno essere a disposizione anche dei fedeli divorziati e risposati, qualora la loro situazione lo permetta.

Secondo i Vescovi, in pieno accordo con il Papa, coloro i quali dimostreranno sinceramente di volersi riconciliare con Dio e con la fede, potranno essere condotti lungo un percorso di pentimento e discernimento alla fine del quale ci potrebbe essere la riconciliazione e la comunione. Nel testo, per tanto, si legge: “Alcune di queste persone, anche se hanno perso il primo matrimonio, non hanno perso la loro speranza in Gesù. Fra queste troviamo chi desidera intensamente vivere in pace con Dio e con la Chiesa, e ci pone l’interrogativo su quello che deve fare per celebrare i sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia”.

In molti si chiedono se questo porterà all’assoluzione di tutti o se i sacerdoti concederanno a cuor leggero o la riconciliazione o la “Ricetta” per raggiungerla, ma i Vescovi maltesi ci tengono a precisare che il compito del sacerdote sarà ben più arduo ed articolato: bisognerà aiutarli con pazienza a ritrovare una coscienza, formarli e dargli un indirizzo, se questo lavoro verrà svolto con dedizione saranno poi i penitenti a prendere una decisione matura sul percorso da intraprendere, capiranno loro stessi quando e se sarà il momento di riconciliarsi e prendere la comunione.

La motivazione di questa adesione si fonda sulla certezza che quanto dice il Papa sia assolutamente incontestabile, ovvero che una persona che si è trovata in una condizione di peccato mortale non debba per forza essere costretta a rimanerci in eterno. Questa, infatti, potrebbe essersi trovata in una situazione di peccato oggettiva senza averne una colpa soggettiva, o semplicemente essersi accorta dell’errore e volere rimediare, in questi casi si può negare la grazia santificante? Chiunque nutra il desiderio di vivere una vita secondo la legge di Dio e nella grazia del signore deve avere quanto meno la possibilità di provarci anche se ha commesso un peccato grave come il divorzio.

Impostazioni privacy