Maldicenze e bestemmie: come posso correggere i miei amici?

Le prime domande esistenziali nascono durante il periodo dell’adolescenza e della giovinezza. Un ragazzo chiede consiglio ad un sacerdote su come comportarsi con i suoi coetanei.

Le maldicenze
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Maldicenze, discorsi osceni, bestemmie. Come dovrebbe comportarsi un ragazzo o una ragazza di fronte a situazioni del genere?

La maldicenza e i discorsi osceni: come difendersi?

Come comportarsi con i propri coetanei non è sempre facile, specialmente se non ci si sente “appartenenti a quel gruppo o a quella cerchia”, quando non si hanno determinati canoni che tutti rispettano o, semplicemente, perché ci si sente normali davanti ad una massa che, invece, si omologa dietro stereotipi standard.

“Ho 15 anni e non so come comportarmi davanti alle chiacchiere malevole contro un altro”

Fra questi “stereotipi standard” vi è il linguaggio. Un linguaggio, troppo spesso, volgare, fatto di discorsi osceni, maldicenze, mormorazioni…come deve comportarsi un giovane che, a questi canoni, non vuole adattarsi? Un ragazzo di 15 anni ha chiesto consiglio ad un sacerdote: “Sono un ragazzo di 15 anni, molto attaccato alle cose religiose, ma frequente mi ritrovo, chiacchierando coi coetanei, ad ascoltare discorsi o malevoli o volgari.

Vorrei sapere come dovrei comportarmi: far finta di niente e portare presto il discorso su temi migliori? Riprendere con gentilezza l’interlocutore? E come si relaziona tutto ciò con il precetto della “correzione fraterna”?”.

Una richiesta di consiglio, ma soprattutto la volontà di confrontarsi con un sacerdote nella speranza di poter esser illuminato, anche, dalla Parola di Dio su come comportarsi in merito.

Il sacerdote: “Sarebbe bello essere come Pier Giorgio Frassati”

Carissimo, sarebbe bello se tutti noi fossimo come Pier Giorgio Frassati, giovane torinese morto a 24 anni e proclamato beato dalla Chiesa: quando era presente nessuno riusciva a iniziare maldicenze o discorsi equivoci e se sopraggiungeva, mentre altri facevano tali discorsi, più nessuno riusciva ad andare avanti […] Certamente un ragazzo che non parla mai male degli altri né dice parole licenziose è eccezionale” – spiega il sacerdote.

Al ragazzo: “Fa capire ai tuoi amici che la bestemmia è un’offesa a Dio”

Ma il sacerdote, dopo avergli proposto un esempio cristiano al quale attingere, scende nella particolarità del caso propostogli dal giovane: “Come comportarti quando ti trovi in mezzo a ragazzi che fanno maldicenze, parlano in maniera volgare e addirittura bestemmiano? Ebbene, se bestemmiano non devi mai ridere perché in quel momento il nome di Dio, di Gesù o della Beata Vergine viene profanato […]

Se ti capita l’opportunità di parlarne a tu per tu in un clima di vera confidenza, puoi far capire che la bestemmia è sempre del tutto fuori posto e che non attira nessuna grazia da parte di Dio”.

Da parte tua cerca di coltivare la tua vita cristiana con la pratica sacramentale con la partecipazione anche quotidiana all’Eucaristia. Sarebbe la cosa più bella. In particolare ti raccomando la Confessione in maniera regolare e frequente. È in questo sacramento che ricevi una forza che attutisce le inclinazioni al male.

E poiché ognuno parla dall’abbondanza del proprio cuore e della propria vita, come ha detto il Signore, ti verrà naturale proporre anche ai tuoi amici di rinnovare la loro vita seguendo le vie di Dio” – conclude il sacerdote.

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Esser vicini all’Eucarestia, allontana dalle maldicenze

Mettere da parte le maldicenze e correggere, fin quando possibile, il fratello che sbaglia. Ma, ciò che conta, come puntualizza anche il sacerdote, è quello di non perdere mai la retta via, non allontanarsi mai dal Sacramento della Confessione. Anzi: avvicinarsi in maniera regolare, proprio per far sì che la propria anima sia sempre monda e pulita.

Un gesto semplice, ma che fa la differenza.

Fonte: amicidomenicani.it

ROSALIA GIGLIANO

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