Madonna di Pompei: il Beato Bartolo Longo e il quadro miracoloso

La festa della Madonna del Rosario di Pompei è il 7 ottobre, ma tutto cominciò nell’ottobre 1872, con la vicenda del Beato Bartolo e del quadro miracoloso. 

In quel giorno il Beato Bartolo Longo, il fondatore del santuario di Pompei, si era recato in quella zona per visitare una proprietà che amministrava. Lì aveva trovato un’area putrida, infestata dalla malaria, spopolata. Intorno a quei posti si aggiravano un grande numero di briganti e disonesti.

L’intricata vicenda del Beato Bartolo Longo

Il Beato Longo in passato era stato un acceso anti-clericale, con dei legami con la massoneria. Da giovane, durante gli studi all’università di Napoli, fu conquistato dallo spirito anti-cristiano dominante in quell’epoca. Si dedicò al ballo, alla scherma e alla musica. Partecipò a infuocate manifestazioni contro il Papa e la Chiesa. Si lasciò anche attrarre dallo spiritismo, che allora era molto praticato a Napoli, tanto da diventare celebrante di questi riti.

Tuttavia, in quel periodo era già giunta la sua conversione. Nel 1864 fece voto di castità, sulla scia delle indicazioni del venerabile Emanuele Ribera, redentorista, che gli aveva preannunciato la sua alta missione da compiere per la cristianità. Così in quella giornata si recò in parrocchia. Lì udì una voce che lo chiamava, mentre suonavano le campane dell’Angelus di mezzogiorno. La voce gli disse, in maniera chiara e distinta, che avrebbe dovuto diffondere la devozione del Rosario.

Urna contenente il corpo del beato Bartolo Longo situata nella cappella omologa del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei (Na)

La missione che la Madonna gli affidò

Cadde subito in ginocchio. Fu così che la storia della Madonna di Pompei si legò intimamente alla vicenda del Beato Bartolo Longo. Il suo intento, da quel momento in poi, era diventato quello di diffondere tra i pompeiani la pratica del Rosario. Fondò una confraternita e istituì una festa apposita. In occasione della prima ricorrenza, si recò a Napoli, al fine di acquistare un ritratto della Madonna del Rosario. Il Beato Longo voleva acquistarne una già osservata in un negozio.

Tuttavia, a un tratto incontrò, in via Toledo, padre Radente, il suo confessore. Questi gli suggerì di recarsi al Conservatorio del Rosario di Portamedina. Una volta arrivato lì, avrebbe dovuto chiedere un un vecchio dipinto del Rosario a Suor Maria Concetta De Litala, che lui stesso aveva consegnato alla suora una decina di anni prima.

Il quadro della Madonna di Pompei

Bartolo Longo seguì le parole del confessore e si diresse dalla suora. Una volta che vide il ritratto, però, ci restò molto male. Si trattava infatti di una tela molto logorata dal tempo, a cui mancavano dei pezzi di colore e che era stata corrosa dalle tarme. Non bastasse, nell’immagine Maria pone la corona a Santa Rosa, piuttosto che a Santa Caterina Da Siena, come invece vuole la tradizione dei domenicani.

Bartolo inizialmente non volle sapere nulla di quel quadro, ma la suora insisteva, e alla fine accettò. Nel 1875, il 13 novembre, l’immagine entrò a Pompei su un carretto adibito al trasporto di letame. Questa venne scaricata, insieme alla coperta logora, davanti alla parrocchia del Santissimo Salvatore, una struttura molto fatiscente. Davanti alla chiesa, insieme a Bartolo, c’erano l’anziano parroco, don Cirillo, e altri abitanti.

Cominciarono i miracoli e nacque la devozione

Alla vista del quadro, tutti furono presi dallo sbigottimento, e si trovarono d’accordo su un punto: il quadro non si poteva esporre. Bisognava restaurarlo. La prima volta ci pensò il pittore Guglielmo Galella, ma la tela continuava a subire deterioramenti. La seconda volta fu affidata al pittore napoletano Federico Maldarelli, che trasformò anche la figura di Santa Rosa in quella di Santa Caterina da Siena. Infine Francesco Chiariello sostituì la tela allungandola.

Ala fine, si decise di esporre il quadro nella piccola chiesetta parrocchiale, il 13 febbraio 1876. Da quel giorno, però, la Madonna cominciò ad elargire con abbondanza grazie e miracoli. Tra questi, si ricorda la guarigione della dodicenne Clorinda Lucarelli, o di Maria Petruni, di appena otto anni. La folla di pellegrini e devoti aumentava ogni giorno, a tal punto che si rendeva necessario costruire una chiesa più grande. Fu allora che, su consiglio del vescovo di Nola, Longo iniziò la costruzione del santuario, che terminò nel 1887.

Il quadro miracoloso di Maria venne sistemato su un trono, dopo essere stato restaurato una volta per tutte. La stessa immagine verrà in seguito anche incoronata con un diadema d’oro, ornato da più di 700 pietre preziose. Il diadema fu successivamente benedetto da papa Leone XII nel 1887.

Giovanni Bernardi

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