Madonna della Consolazione di Paternopoli: quel canto non era umano

Contrassegnò la fede del popolo a partire da un evento che lasciò tutti esterrefatti, e a cui ne seguirono molti altri. 

Madonna della Consolazione di Paternopoli
La statua della Madonna della Consolazione di Paternopoli – photo web source

Questo splendido e sorprendente culto mariano, originato da un fatto miracoloso a cui  ne fecero seguito molti altri, risale al 1751. In particolare, al 16 aprile 1751, epoca in cui nella chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari era custodita, in una cappella, una speciale tela raffigurante la Madonna. In quel giorno, in particolare, vi erano tre carpentieri che lavoravano all’interno dell’edificio.

L’origine del miracolo a favore di un uomo muto e storpio

Tra questi vi era anche un certo Giambattista D’Amato, uomo molto ingegnoso ma al tempo stesso diventato muto e storpio cinque anni prima a causa di un colpo apoplettico. Quel giorno entrarono in chiesa, per vedere l’andamento dei lavori, due sacerdoti, don Peccarini e don Cubelli. In quel contesto, i due religiosi invitarono il D’Amato a pregare San Nicola perché lo guarisse.

Il muto, tuttavia, accolse l’invito ma solo a metà. Si mise in preghiera ma si rivolse al quadro della Madonna, accendendo delle candele e prostrandovisi sotto. Insieme a lui, però, anche gli altri che erano presenti si unirono alla orazione ed intonarono le litanie alla Vergine.

Il prodigio accadde alla fine delle preghiere e lasciò tutti sconvolti

Alla fine delle preghiere accadde l’evento miracoloso. L’uomo, all’improvviso, riacquistò la voce intonando un celestiale Magnificat. In poco tempo si sparse ovunque la voce del miracolo accaduto, e dopodiché si recò in chiesa anche Gustavo, fratello di don Cubelli. L’uomo era affetto da tisi e si trovava in uno stato di forte malattia, che lo faceva essere quasi alla fine dei suoi giorni.

Anche in quella seconda occasione, tutti ripresero a pregare con la massima intensità e convinzione. Così accadde che anche Gustavo guarì dal suo male. Nei giorni che seguirono il miracolo, tutti i malati e i sofferenti che giunsero a Paternopoli beneficiarono della guarigione completa per intercessione della Madonna della Consolazione.

Il culto alla Vergine della Consolazione che crebbe di giorno in giorno

Di conseguenza, la venerazione per Maria crebbe sempre più, giorno dopo giorno, fino a che il 12 maggio 1774, giorno di Pentecoste, il capo della Vergine della Consolazione venne finalmente incoronato, per mano di mons. G. Martinez. Un atto che si rinnovò anche il 25 maggio 1806 e il 14 maggio 1815.

Il Tribunale Pontificio concesse in seguito il riconoscimento del Miracolo, e la comunità di Paternopoli, rappresentata dagli eletti del popolo, nel 1776 fece solenne giuramento di onorare la benevolenza della Madre Dolcissima della Consolazione, festeggiandola il giorno di Pentecoste per sempre, “fino alla fine del mondo”. 

La festa che ancora oggi segna la vita e la fede del popolo paternese

Dopo questo evento, nonostante le guerre, le carestie, i terremoti e le pestilenze che intercorsero, il popolo di Paternopoli venne meno al suo giuramento di fedeltà alla Vergine. da quel giorno venne riconosciuta la particolare ricorrenza de “Lo Miracolo re la Maronna”. Ancora oggi tutti i paternesi in questa data di astengono dal lavoro, per dedicarlo alla preghiera ed alla riflessione. 

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La festa si celebra 16 aprile per ricordare il primo miracolo, e inoltre anche in una seconda occasione, il martedì dopo pentecoste. Nel cuore dei paternesi, quindi, la giornata del 16 aprile è ben più intensa e significativa delle altre, quando cioè mentre l’intera comunità prende parte alla festa dedicata al primo miracolo della Madonna della Consolazione, vi è anche la tradizionale processione lungo le principali strade cittadine, con partenza dalla Chiesa Madre di San Nicola.

Giovanni Bernardi

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