Madonna di Akita: quel duro monito dato all’umanità

La Madonna di Akita apparve per tre volte in Giappone a Suor Agnese Sasagawa, consegnando un duro richiamo all’umanità. Prima ci fu un particolare preludio. 

Madonna di Akita
Madonna di Akita – photo web source

Con l’appellativo di Nostra Signora di Akita la Chiesa cattolica venera Maria a partire dalle alle apparizioni avute nel 1973 ad Akita, in Giappone, a suor Agnese Katsuko Sasagawa, dell’ordine delle “Serve dell’eucaristia”, allora quarantaduenne.

La luce che la suora vide anticipava la mariofania

La suora spiegò che tutto ebbe inizio il 12 giugno 1973, quando cominciò a vedere una luce brillante proveniente dal tabernacolo della chiesa del suo convento. Insieme a questa luce vi erano degli angeli in adorazione. I fatti straordinari continuarono il 28 giugno, quando uno stimma a forma di croce apparve sulla mano sinistra della suora, e il 6 luglio, giorno del la prima delle tre apparizioni mariane ricevute dalla religiosa, a cui si accompagnarono messaggi di notevole importanza

Suor Agnese assistette infatti a 101 lacrimazioni, anche di sangue, di una statua della Madonna, che ebbero luogo tra il 4 gennaio 1975 e il 15 settembre 1981. Non fu sola però ad assistere a questi fenomeni mistici di grande rilevo e importanza. Con lei ci furono infatti altre cinquecento persone. Le lacrimazioni della statua della Madonna, infatti, insieme elle essudazioni profumate, furono osservate da centinaia di fedeli. Compreso il vescovo del luogo, Sojiro Ito.

La parole del vescovo che autorizzano la venerazione di Akita

Quest’ultimo fece analizzare il liquido lacrimale e le gocce di sangue dalla facoltà di medicina di Akita. La conclusione dei test fu sconvolgente. Si trattava infatti di liquido di natura umana. Poi cominciarono ad arrivare i miracoli. Come ad esempio nel 1981, quando la signora Chun, una donna coreana, ottenne la guarigione immediata da un tumore al cervello in fase terminale.

Il momento in cui avvenne questo miracolo la donna stava pregando davanti alla statua. Fu la scintilla che fece giungere all’autorizzazione, da parte della Chiesa cattolica e per voce di monsignor Giovanni Sojiro Ito, vescovo di Niigata, del culto di “Nostra Signora di Akita”. “Dopo le indagini condotte fino al giorno presente, non si può negare il carattere soprannaturale di una serie di eventi inspiegabili della statua della Vergine onorata ad Akita. Di conseguenza autorizzo che in tutta la diocesi affidata a me si veneri la Santa Madre di Akita“, furono le parole del vescovo.

Il giudizio definitivo sulla vicenda espresso da Joseph Ratzinger

Nel 1988 ci fu poi il giudizio definitivo sulla vicenda, espresso da una figura destinata ad avere una importanza centrale nella storia della Chiesa per gli anni a venire. Si trattava dell’allora cardinale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Joseph Ratzinger. Il suo verdetto era chiaro: il prodigio era attendibile e degno di fede.

Il futuro Papa Benedetto XVI non emise documenti ufficiali, ma dieci anni dopo l’ex ambasciatore delle Filippine presso la Santa Sede dichiarò in pubblico che Ratzinger, asserendo l’attendibilità delle apparizioni, rimarco che il messaggio di Akita è “essenzialmente lo stesso” di Fatima.

La prima apparizione avvenuta a Suor Agnese il 6 luglio 1973

Quando avvenne la prima apparizione, il 6 luglio 1973, suor Agnese era affetta da una forma di sordità, da cui però in seguito guarì. Disse di avere visto una una statua della Madonna illuminarsi e animarsi all’interno della cappella del suo convento. Suor Agnese riferì anche di aver visto, già prima dell’apparizione del 6 luglio, il suo angelo custode, che le apparve anche negli anni successivi. In contemporanea, la suora udì una voce che le diceva parole ben scandite e riconoscibili.

“Figlia mia, novizia mia, tu sei stata molto coerente nella fede che hai mostrato. L’orecchio malato è per te qualcosa di molto doloroso, ma ti verrà guarito. Sii paziente. Sacrìficati ed espìa per i peccati del mondo. Tu sei per me una figlia indispensabile. Fai tuoi i propositi delle Serve del Santissimo Sacramento, prega per il Papa, i vescovi e i preti”.

La seconda apparizione che avvenne il successivo 3 agosto

Nello stesso giorno anche alcune suo consorelle notarono qualcosa di molto particolare. Entrate nella cappella, videro che ulla mano destra della statua di Maria era apparso uno stimma a forma di croce, uguale a quello di suor Agnese. Fatto che gettarono scompiglio e grande stupore all’interno della comunità, e che precedettero altre vicende miracolose.

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Come quella della seconda apparizione, che avvenne il 3 agosto. In quella occasione il messaggio della Vergine fu lungo e articolato. Maria disse che “affinché il mondo possa conoscere la Sua ira, il Padre celeste si sta preparando a infliggere un grande castigo su tutta l’umanità. Con mio Figlio sono intervenuta tante volte per placare l’ira del Padre. Ho impedito l’arrivo di calamità offrendogli le sofferenze del Figlio sulla Croce, il Suo prezioso sangue e le anime dilette che Lo consolano formando una schiera di anime vittime”.

Il duro messaggio che la Madonna consegnò con l’ultimo messaggio

Un messaggio quindi molto duro e che tende a mettere in guardia l’intera umanità. Prima dell’ultima apparizione, il 13 ottobre 1973, in cui il messaggio di Maria spiega la natura dell’imminente castigo divino. “Come ti ho detto, se gli uomini non si pentiranno e non miglioreranno sé stessi, il Padre infliggerà un terribile castigo su tutta l’umanità. Sarà un castigo più grande del diluvio, tale come non se ne è mai visto prima. Il fuoco cadrà dal cielo e spazzerà via una gran parte dell’umanità, i buoni come i cattivi, senza risparmiare né preti né fedeli”, furono alcune parole pronunciate dalla Vergine.

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“I sopravvissuti si troveranno così afflitti che invidieranno i morti. Le sole armi che vi restano sono il Rosario e il Segno lasciato da Mio Figlio. Recitate ogni giorno la preghiera del Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i preti. L’opera del diavolo s’insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, e vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli, chiese e altari saccheggiati”, continuò il messaggio di Maria.

“Se i peccati aumenteranno in numero e gravità, non ci sarà perdono”

“La Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore. Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio. Il pensiero della perdita di tante anime è la causa della mia tristezza. Se i peccati aumenteranno in numero e gravità, non ci sarà perdono per loro… Prega molto la preghiera del Rosario. Solo io posso ancora salvarvi dalle calamità che si approssimano. Coloro che avranno fiducia in me saranno salvati”.

Alcuni passaggi di questi messaggi che la Madonna consegnò alla religiosa faranno molto dibattere, e sono ancora oggi di grande attualità. La Vergine spiegò che “le sole armi che vi restano sono il Rosario e il Segno lasciato da Mio Figlio”, ma il monito che lasciò per gli impenitenti fu molto severo, accompagnato però dalla consegna di una salda speranza con chi si converte. Un messaggio, hanno fatto notare in molti, di grande continuità con quello ricevuto dai tre pastorelli di Fatima nel 1917.

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Mostrando inoltre un grande legame di contenuti con molti altri eventi miracolosi del ventesimo secolo, come ad esempio Civitavecchia o Medjugorje. Il 12 giugno la suora ebbe quindi il preludio di una mariofania destinata a segnare nel profondo la coscienza dei cristiani di oggi. Il monito per coloro che rifiutano la Misericordia di Dio è perciò piuttosto chiaro, come anche la certezza che la Vergine cerca continuamente di condurre i propri figli alla beatitudine eterna, proprio come fa una Mamma. Rivelando, allo stesso tempo, la infinita della sua intercessione presso la Santissima Trinità, con le stesse parole di speranza che risuonarono a Fatima. Quelle cioè in cui si afferma che sarà il Suo Cuore Immacolato a  trionfare sul male.

Giovanni Bernardi

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