Lo Spirito Santo invade il mondo

LO SPIRITO SANTO CHE VIENE NEL MONDO

 

 

 

Oggi, per rinnovare la nostra devozione allo Spirito Santo e alla sua forza rigeneratrice, ci affidiamo alle parole di Don Tonino Bello, un Vescovo pugliese, per cui si sta svolgendo la causa di canonizzazione.

Lui si riferisce ad una delle primissime azioni dello Spirito Santo, citata proprio all’inizio delle Sacre Scritture, quando il libro della Genesi dice In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque.”.

Accadde poi che venne creata la luce e la si separò dalle tenebre; si determinarono il giorno e la notte, le stagioni; si distinsero i mari e la terra dal cielo e si creò il sole, la luna le stelle.

Dio creò i germogli e gli alberi per rendere feconda la terra, gli animali che di essi poterono cibarsi e infine creò l’uomo a cui diede potere di governare tutto il creato.

Con passare del tempo abbiamo forse dimenticato che governare la terra significa anche avere ala responsabilità di proteggerla, di preservarla, di mantenerla intatta in modo che possa sostenerci e sfamarci ancora.

Come ladri, invece, abbiamo spesso fatto razzie dei suoi doni, senza rispetto per l’unico pianeta che ci garantisce la sopravvivenza. Abbiamo poi riservato lo stesso trattamento a tutto ciò che la terra ospita, compresi gli altri uomini, lasciando che fiorissero ingiustizie e disparità, che di distinguessero poveri e ricchi, che prendessero spazio abbandoni e ingiustizie; guerra, anziché pace; odio, anziché amore; egoismo e distruzione in luogo di attenzione all’altro e serenità.

Spirito di Dio, che agli inizi della creazione ti libravi sugli abissi dell’universo e trasformavi in sorriso di bellezza il grande sbadiglio delle cose, scendi ancora sulla terra e donale il brivido dei cominciamenti.
Questo mondo che invecchia, sfioralo con l’ala della tua gloria. Dissipa le sue rughe. Fascia le ferite che l’egoismo sfrenato degli uomini ha tracciato sulla sua pelle. Mitiga con l’olio della tenerezza le arsure della sua crosta. Restituiscigli il manto dell’antico splendore, che le nostre violenze gli hanno strappato, e riversa sulle sue carni inaridite anfore di profumi.
Permea tutte le cose, e possiedine il cuore. Facci percepire la tua dolente presenza nel gemito delle foreste divelte, nell’urlo dei mari inquinati, nel pianto dei torrenti inariditi, nella viscida desolazione delle spiagge di bitume.

Restituiscici al gaudio dei primordi. Riversati senza misura su tutte le nostre afflizioni. Librati ancora sul nostro vecchio mondo in pericolo. E il deserto, finalmente, ridiventerà giardino, e nel giardino fiorirà l’albero della giustizia, e frutto della giustizia sarà la pace. Amen

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