La storia del latte della Vergine Maria si fonda a miti e leggende; tutte vogliono attribuire alla Madonna delle fiale piene col suo latte materno, lo stesso con cui venne cresciuto Gesù e che risulta miracoloso.
Ma pare che anche nella Sainte Chapelle di Parigi, come nella cattedrale di Chartes (Francia), a Reims (Francia), a Murcia (Spagna), a Napoli, a Genova, a Venezia, a Roma, nella Collegiata di San Lorenzo a Montevarchi (Arezzo) esistano tracce del latte materno di Maria, nonché di una fervente devozione.
Il latte della Vergine è ritenuto portentoso, in particolar modo per le coppie che desiderano aver dei bambini.
E, proprio a Betlemme, molto vicino alla Basilica della Natività, esiste la Grotta del Latte, in arabo Magharet Sitti Mariam, ossia Grotta della Signora Maria.
La leggenda/storia racconta che, quando Erode ordinò la strage degli innocenti, quindi subito dopo la nascita di Gesù, Maria e Giuseppe col neonato si rifugiarono, per qualche momento, in quella grotta, prima di proseguire per l’Egitto.
Così, mentre Maria allattava Gesù Bambino, caddero delle gocce di latte per terra e, quella grotta, in origine di roccia rossastra, divenne bianca.
Oggi si parla di un’immensità di pezzetti di roccia polverizzata (costituenti la grotta), contenenti in quelle fiale; una roccia calcarea (carbonato di calcio) che diluita in acqua, diventa come il latte e sembra davvero latte.
A venerarla come reliquia, e sin dall’antichità, non sono solo i cristiani, ma anche i musulmani. Tantissime donne, cristiane e musulmane, hanno bevuto il latte della Vergine per problemi di sterilità o si allattamento, perché pare che curi realmente.
Ora sono i Francescani a custodire la Grotta del Latte, che intanto è diventata un Santuario.
Già nel 1375, avevano progettato di sistemare la zona e di edificare una chiesa, un convento, un campanile, un cimitero, ma tutto si compì solo nel 1494.
Nel XVI secolo, poi, un terremoto fece precipitare sulla Grotta gli edifici circostanti.
L’ultimo restauro della Grotta del Latte risale al 2007. Affianco vi è ora il Monastero delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, collegato alla grotta da un corridoio interno. Nella Cappella del SS. Sacramento l’Adorazione Eucaristica è continua.
Oggi, i Francescani che custodiscono il Latte della Vergine, attingono la polvere e la donano, corredata di istruzioni per l’uso e di preghiere da recitare, a chiunque la chieda.
Si domanda, poi, alle donne che ne faranno uso, nel caso escano dal loro stato di sterilità e abbiano un bambino, di mandare, li, una sua foto, a testimonianza.
Il luogo è anche ornato con lavori di madreperla e pezzi di artigianato, donati da tutti i fedeli, del posto e di altri Paesi.
Molti scavi archeologici hanno rivelato che, al tempo di Gesù, li ci fosse effettivamente un villaggio e che, dal tempo delle Crociate (e forse anche da prima), come raccontano le tombe ritrovate, il culto era già avviato.
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