L’assassino di don Santoro è già uscito, le prigioni Turche si sono ammorbidite tutte insieme?

 

 

 

Sono passati dieci anni dal truce assassinio di Don Andrea Santoro in terra turca. Il suo assassino, Oguzhan Akdin, era allora appena sedicenne e venne condannato a 20 anni di carcere per omicidio intenzionale. Ciò nonostante a fine 2016 questo è stato liberato per buona condotta ricevendo uno sconto di pena sostanzioso, ma  cosa si cela dietro la sua liberazione? Possibile che le carceri turche, famose per la loro durezza e crudeltà, siano diventate più morbide?

 

I racconti delle detenzioni nelle carceri turche dimostrano il contrario, viene quindi da chiedersi se dietro questo trattamento di favore non ci sia la natura del suo crimine: Akdin andò a parlare con Don Andrea nel 2006 quando è venuto a conoscenza del fatto che stava convertendo dei musulmani, il suo intento era quello di far desistere il sacerdote da quell’atto che lui riteneva un offesa all’islamismo, ma il parroco si rifiutò e gli disse che la religione cristiana era l’unica vera fede e che ben presto tutti i turchi si sarebbero convertiti. Preso dall’ira, l’allora sedicenne, sfoderò la pistola ed uccise il parroco.

 

Sappiamo che la Turchia è un paese con una forte matrice islamica e il dubbio che si palesa dopo la scarcerazione di Akdin è che proprio questa prevalenza islamica abbia favorito la scarcerazione dell’assassino. I giornali locali hanno intervistato il colpevole appena uscito di carcere e gli hanno permesso di dare la sua versione dei fatti. Da questo racconto emerge che il Sacerdote italiano stava facendo proselitismo, un interpretazione degli eventi che non va a genio alla Santa sede. In un comunicato stampa pubblicato dall’agenzia ‘Fides’, Il gesuita Paolo Bizzetti afferma: “Don Andrea con il suo approccio aiutava a capirsi e a disarmare le logiche del muro contro muro. Per questo la sua figura di missionario e uomo del dialogo è attualissima”.

 

Dello stesso tenore la dichiarazione pubblicata dall’agenzia ‘Zenit’ dove si legge: “Il racconto fornito dall’assassino si configura come un ennesimo atto di offesa nei confronti della figura di don Santoro, che ha testimoniato con la sua vita di sacerdote, fino alla fine, anche l’amore per i musulmani e l’assoluta estraneità rispetto a progetti di “proselitismo” organizzato”.

 

Alla luce di queste ed altre testimonianze sembra che Don Andrea stesse semplicemente svolgendo la sua opera da missionario in totale rispetto delle diversità, sarà stato questo che in Turchia hanno considerato proselitismo?

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