I ladri: “Anche noi abbiamo un cuore”, e le restituiscono l’auto

Un briciolo di umanità era rimasto nel cuore di coloro che avevano rubato l’auto alla famiglia di Maria Elena, dopo l’appello lanciato anche sui social.

il biglietto lasciato dai ladri
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Maria Elena è affetta da sclerosi multipla e l’auto era l’unico mezzo per potersi spostare, in particolare per le visite mediche. Ma qualcuno aveva ben pensato di rubarle l’auto.

L’auto rubata a Maria Elena, affetta da sclerosi

La famiglia di Maria Elena aveva lanciato un appello anche tramite social: “Restituiteci la nostra Fiat Doblò per poter permettere a nostra madre di esser trasportata per le visite mediche”. Infatti, alcuni sconosciuti, senza cuore, proprio nell’area mercatale adiacente l’ospedale “Di Venere” di Bari, avevano rubato l’auto di Maria Elena.

Il biglietto lasciato dai ladri

La denuncia alle Forze dell’Ordine ma soprattutto un messaggio d’appello della figlia di Maria Elena, Rita, su Facebook. Da lì, è partita la macchina di solidarietà e di condivisione per permettere il ritrovamento dell’auto. Ma sabato mattina la sorpresa. L’auto ritrovata con un biglietto molto particolare: “Anche noi abbiamo un cuore, scusateci non sapevano della vostra patologia. Scusateci ancora, i ladri”.

La figlia: “Qualcuno ha ancora un cuore”

La compassione, l’aver compreso che quella non era un’auto qualunque e che, probabilmente, quel briciolo di decenza nel loro cuore era rimasto. Sta di fatto che il ritrovamento, da parte dei Carabinieri, con il messaggio “allegato” da parte dei ladri, è stato postato sui social da Rita: “Averla ritrovata rappresenta un segno di speranza, quel briciolo di fiducia per il genere umano che non dovrebbe abbandonarci mai […]

In queste ore si sono moltiplicati i pensieri: ci siamo visti crollare il mondo addosso e abbiamo pensato ai tanti disabili che, come noi, non rientrano nei parametri del Comune per usufruire del servizio pubblico” – ha scritto la giovane.

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L’auto dovrà, comunque, esser rimessa a posto a causa della manomissione dei fili dell’accensione. Ma ciò che è importante è che, adesso, Maria Elena possa continuare le sue terapie e, grazie anche alla sua auto, sperare in una vita migliore.

ROSALIA GIGLIANO

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