La solitudine non ci deve spaventare, perchè ci avvicina a Dio

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Non sempre quello che non viene considerato dal mondo, significa che non sia buono, infatti  la solitudine viene sempre vista come una cosa negativa perchè nessuno è più abituato a guardarsi dentro lontano dai rumori e dalle luci del mondo. Ma fin dall’antico testamento si saliva sui a monti a pregare nel silenzio, lo stesso Gesù quando voleva riposare e stare solo con i discepoli si ritirava in luoghi deserti poco frequentati. Non a caso prima di iniziare la sua missione il Cristo va nel deserto e ci rimane per quaranta giorni in raccoglimento, preghiera e silenzio.

Tutte le anime che amano Dio amano la solitudine, poiché nella solitudine è più facile raccogliersi ed elevare la mente al Signore. Nel silenzio e nella solitudine lo Spirito Santo parla al cuore delle sue anime dilette con parole che infiammano d’amore. Ducam eam in solitudinem, et loquar ad cor eius (Osee II, 14).

La virtù si conserva facilmente nella solitudine, mentre si perde facilmente nel conversare col mondo, ove poco si conosce Dio, e poco conto si fa del suo amore e dei beni che Egli dona a chi lascia tutto per amor suo. Diceva San Bernardo che egli aveva imparato molte più cose religiose nella solitudine dei boschi, che dai libri e dai maestri. Quindi i santi per vivere in solitudine e lontani dai tumulti del mondo, hanno amato tanto le grotte, i monti e i boschi. La solitudine sarà una fonte perenne di allegrezza per quelle anime che la cercano: ella fiorirà come il giglio in bianchezza ed innocenza di vita e produrrà i frutti di tutte le virtù. Queste anime felici un giorno saranno elevate a vedere la gloria del Signore e la sua infinita bellezza.

È certo che per mantenere l’anima unita con Dio bisogna conservar nella mente le idee di Dio e dei beni immensi che Egli prepara a chi lo ama. Ma quando noi abbiamo contatti col mondo, esso ci presenta le cose terrene, le quali cancellano le idee spirituali e ci privano dei sentimenti di pietà.

I mondani fuggono la solitudine perché nella solitudine si fan sentire i rimorsi delle loro coscienze, perciò costoro vanno cercando conversazioni e distrazioni di mondo. Al contrario, le anime che vivono con pace di coscienza, non possono non amare la solitudine; e quando si trovano tra il baccano del mondo, si sentono come pesci fuor d’acqua. È vero che l’uomo ama la compagnia; ma qual più bella compagnia che quella di Dio! Non apporta né amarezza né tedio l’allontanarci dalle creature per conversare intimamente col nostro Creatore.

Non è vero che la vita solitaria è vita malinconica; ella invece è un assaggio e principio della vita dei beati che godono un gaudio immenso nell’occuparsi solamente di amare e lodare il loro bel Dio. I santi allorché vivono in solitudine sembrano soli, ma in realtà non stanno soli, stanno con Dio. Sembrano mesti, ma non sono mesti; il mondo, vedendoli lontani dai divertimenti terreni li giudica miseri e sconsolati, ma non è così; essi in realtà godono un’immensa e continua pace. Il Signore ben sa consolare un’anima che conduce una vita ritirata. Ella è sempre piena di gioia e d’allegrezza, e innalza ringraziamenti e lodi alla divina bontà.

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