Per i bolscevichi il fine giustificava i mezzi, attraverso quella rivoluzione si sarebbe dovuta creare una società più equa dove tutti avrebbero avuto eguali potenzialità, ricavi e diritti. La realtà è andata diversamente, la società è stata sì impostata sul partito del popolo e le aziende sul controllo statale, ma la classe militare vicina prima a Lenin e poi (sopratutto) a Stalin ha goduto di ampi privilegi, senza contare le ingiustizie compiute ai danni dei kulaki (contadini siberiani sterminati per l’esproprio proletario delle terre), la vita di stenti vissuta dagli operai delle fabbriche, la mancanza di diritto di parola e di professare il proprio sentimento religioso.
Con la caduta della dittatura comunista ed la formazione della Repubblica Federale Russa, la Chiesa Ortodossa da sempre compagna del popolo russo è tornata a svolgere il suo ruolo di guida per i fedeli cristiani. Proprio il patriarca ortodosso Kirill ha voluto canonizzare Nicola II e la sua famiglia rendendoli martiri della fede. Ieri, in occasione del centesimo anniversario dell’esecuzione dello Zar, migliaia di fedeli ortodossi sono scesi in strada per celebrarne il ricordo percorrendo 21 chilometri dalla chiesa di Sangue, quella dove avvenne l’esecuzione, al punto in cui il suo corpo venne scaricato in una fossa.
Luca Scapatello
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