Spesso Don Giovanni Bosco ha espresso il suo pensiero sul vero significato della Santa Messa: per lui questa si pone come ponte, come canale attraverso il quale Gesù ci offre i frutti della sua Passione e Morte. Attraverso il suo pensiero, ci svela qual è la chiave d’oro per la celeste benedizione.
Lo spirito missionario di Don Bosco, il Santo dei giovani, non è legato solo all’educazione dei ragazzi, specialmente quelli in difficoltà. Spesso, infatti, il Santo Sacerdote si è imbattuto in pensieri e riflessioni che dovremmo racchiudere in noi e trattenere come un vero e proprio tesoro. Tra i suoi pensieri più profondi, vi è sicuramente quello relativo all’Eucaristia e alla sua importanza nella vita di ogni cristiano. Per Don Bosco, infatti, l’Eucaristia non è semplicemente un sacramento ma un vero e proprio cuore che pulsa nel cammino di fede e nella missione (nel suo caso specifico, l’educazione dei giovani). Al fine di offrire un’argomentazione più ampia in merito a questa preziosa tematica, il Santo ci ha spiegato quanto l’Eucaristia potesse raggiungere un livello di importanza superiore, paragonandola a una chiave d’oro, capace di aprire molte porte.
L’Eucaristia è un momento centrale nella Santa Messa e questo ha portato Don Bosco a riflettere e a far riflettere proprio su questo argomento. Egli, infatti, era solito paragonare la Santa Messa a una chiave d’oro “che ci apre i tesori di ogni celeste benedizione” (fonte: Domenico Bertetto, San Giovanni Bosco, Meditazioni). Ponendo la Messa su questi termini, il Santo ha voluto argomentare ancor di più il suo pensiero. Giovanni Bosco ripeteva spesso che “la S. Messa è il canale misterioso per il quale Gesù fa scendere a noi i frutti della sua Passione e Morte“.
Tra le argomentazioni del Santo ve ne era poi una molto particolare: Don Bosco era convinto che senza l’Eucaristia non si può vivere, a pieno, cristianamente. Questo era un tema che si rispecchiava profondamente anche nella sua missione educatrice. Infatti la sua ammirazione e il suo impegno per i giovani si radicavano in un desiderio di fondo, ovvero che ogni giovane, conosciuto Gesù attraverso l’Eucaristia, divenisse a sua volta testimone del Suo amore.
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