L’arma che ha sconfitto la bomba atomica | Un fatto sconvolgente

Anche davanti alla minaccia della bomba atomica, un fatto miracoloso dimostra che nulla è impossibile a Dio, e se l’umanità trovasse il coraggio di affidarsi veramente a Lui tutto cambierebbe in un istante.

Si tratta di una vicenda quasi sconosciuta ma che sorprende e non poco, soprattutto se si ascoltano le parole di chi l’ha vissuta in prima persona.

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Nel 1945 fu sganciata la bomba atomica su Hiroshima, ma in quell’evento drammatico ci fu una storia a dir poco incredibile. Una piccola comunità di 8 gesuiti rimase miracolosamente illesa. Questa si trovava all’interno di una canonica distante solo 8 isolati dallo scoppio della bomba, e la loro casa non subì alcun danno. Mentre fuori, nel raggio di un chilometro e mezzo dal centro dell’esplosione, non scampò alcuna persona.

Il drammatico giorno dell’attacco atomico

Lo scopo dichiarato dell’attacco atomico avvenuto il 6 agosto 1945 era quello di annientare il potere militare giapponese. In quella data la prima bomba atomica mai sganciata nella storia umana esplodeva a 580 metri sul centro di Hiroshima. In pochi istanti, la città venne disintegrata. Ancora oggi è difficile avere una stima precisa del numero delle vittime di Hiroshima, considerato inoltre che gli effetti della bomba si manifestarono per un lungo periodo di tempo.

Un calcolo approssimativo afferma che già alla fine del dicembre 1945 il numero delle vittime fosse molto superiore a centocinquantamila. In quella giornata drammatica, durante tutte le 24 ore i quattro gesuiti furono avvolti in una specie di inferno di fuoco, di fumo e di radiazioni. Ma nessuno di loro fu contaminato dalle radiazioni atomiche. Lo stesso accadde alla loro casa, rimasta in piedi a fianco di tutte le altre distrutte e ridotte ad un cumulo di macerie.

A distanza di decenni nessuno riuscì mai a spiegare come fosse possibile che nessuno di quegli otto religiosi riportò alcuna conseguenza dall’esplosione atomica, ma che al contrario continuarono a vivere senza alcun problema di salute. Quando sono state poste a loro stessi domande a tal riguardo, la risposta è stata sconvolgente. “Avevamo sempre recitato il Rosario tutti i giorni, per cui abbiamo concluso che la preghiera del Rosario fu più forte della bomba atomica”. 

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La bomba atomica di Hiroshima – photo web source

Nessuno riesce ancora a darsi spiegazioni su quel miracolo

Uno dei religiosi, Padre Hubert Schiffer, diede la sua testimonianza davanti a decine di migliaia di persone raccontando cosa accadde. “Attorno a me c’era soltanto una luce abbagliante. Tutto a un tratto, tutto si riempì istantaneamente da una esplosione terribile. Sono stato scaraventato nell’aria. Poi si è fatto tutto buio, silenzio, niente. Mi sono trovato su una trave di legno spaccata, con la faccia verso il basso. Il sangue scorreva sulla guancia. Non ho visto niente, non ho sentito niente”, è il suo racconto sconvolgente.

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“Ho creduto di essere morto. Poi ho sentito la mia propria voce. Questo è stato il più terribile di tutti quegli eventi. Mi ha fatto capire che ero ancora vivo e ho cominciato a rendermi conto che c’era stata una terribile catastrofe! Per un giorno intero i miei tre confratelli ed io siamo stati in questo inferno di fuoco, di fumo e radiazioni, finché siamo stati trovati ed aiutati da soccorritori. Tutti eravamo feriti, ma con la grazia di Dio siamo sopravvissuti”.

Nessuno sa spiegare come ciò sia stato possibile. I medici americani e giapponesi che esaminarono i religiosi non hanno mai trovato spiegazione. La risposta dei gesuiti era sempre la stessa: “Come missionari abbiamo voluto vivere nel nostro paese il messaggio della Madonna di Fatima e perciò abbiamo pregato tutti i giorni il Rosario”. Nel centro ricostruito di Hiroshima oggi c’è una chiesa dedicata alla Madonna, dove le vetrate mostrano i 15 misteri del Rosario, e lì i fedeli si riuniscono in preghiera giorno e notte.

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Padre Hubert Schiffer – photo web source

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Un miracolo simile avvenne anche a Nagasaki, a un convento francescano di nome “Mugenzai no Sono”, “Giardino dell’Immacolata”, fondato da San Massimiliano Kolbe, che rimase illeso come a Hiroshima. Tutti i frati portavano sempre con loro l’immagine dell’Immacolata, e non perdevano mai occasione per cantare le lodi alla Madonna di Fatima. Insomma, una testimonianza davvero incredibile che sancisce una certezza. Che la preghiera del Rosario è più forte persino della bomba atomica.

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