Proprio in occasione dell’anno memoriale indetto dalla diocesi di Szombathely (piccola città ungherese) per il sessantesimo anniversario della morte del sacerdote Janos Brenner (ucciso nel 1957 durante il periodo di repressione comunista), Papa Francesco ha riconosciuto il martirio subito dal giovane religioso (nella stessa occasione venne riconosciuto anche il martirio di Suor Lionella e la venerabilità di Papa Luciani). La notizia è stata accolta con grande gioia dalla comunità di fedeli ungheresi e da tutta la Chiesa Ungherese.
Nato a Szombathely nel 1931 da una famiglia cattolica, Janos fu il terzo di tre fratelli tutti ordinati sacerdoti. Come gli altri due fratelli Brenner, Janos intraprese da subito la strada verso il seminario (guidato da una vocazione fortissima) e nel 1955 venne ordinato sacerdote a soli 24 anni. La sua opera cominciò nella cittadina di Rábakethely in qualità di vicario parrocchiale. Per oltre due anni Janos Brenner si distinse per il suo impegno con i giovani.
Il suo impegno, però, non piacque alla dirigenza del partito comunista che decise di assassinarlo: una sera un uomo si presentò alla porta della parrocchia mentre il giovane sacerdote era impegnato a scrivere l’omelia per il giorno seguente e gli disse che, nella vicina cittadina di Zsida, un uomo stava per morire ed aveva chiesto l’ausilio di un sacerdote. Janos prese subito tutto il necessario e si fiondò per strada, ma nel tragitto verso Zsida venne accoltellato da dietro. La storia narra che nemmeno in punto di morte lasciò l’Eucaristia che portava in braccio. Diverse le celebrazioni organizzate dalla diocesi ungherese in questo 2017 che culmineranno con la Messa per il memoriale del sessantesimo anniversario della morte il prossimo 15 dicembre.