Iraq, atteso Francesco: dove 48 cristiani sono stati massacrati

Cresce l’attesa per il prossimo Viaggio Apostolico di Papa Francesco che avrà luogo in Iraq, paese martoriato da anni di guerre e sofferenze.

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Se tutto andrà bene, Papa Francesco sarà nella cattedrale siro-cattolica “Nostra Signora della salvezza”, luogo simbolo della Chiesa irachena, il prossimo 5 marzo. In questa stessa chiesa un un gruppo di terroristi soltanto lo scorso 31 ottobre sferrò un efferato attacco sanguinario che provocò la morte di 48 fedeli, tra cui c’erano anche due sacerdoti.

Il dramma della guerra nel contesto iracheno

Tra questi c’erano intere famiglie, genitori, bambini, un neonato di tre mesi e anche un bambino non nato, in grembo alla madre anche lei rimasta uccisa. La fase diocesana della loro Causa di Beatificazione e Dichiarazione di Martirio si è conclusa a Baghdad il 31 ottobre del 2019.

La loro memoria, tuttavia, è ancora ben più che viva, insieme a quella degli altri martiri iracheni. Uomini e donne come suor Cecilia Moshi Hanna, uccisa a Baghdad nel 2002. O come il sacerdote caldeo Ragheed Ganni e i suoi tre diaconi, barbaramente uccisi da un gruppo di terroristi a Mosul nel 2007. O infine come mons. Faraj P. Raho, vescovo di Mosul rapito ed ucciso nel 2008.

La memoria dei martiri cristiani in Iraq e la speranza

Il prossimo 5 marzo, ha spiegato Sako, si terrà con il clero locale l’incontro nella cattedrale siro-cattolica Nostra Signora della salvezza di Baghdad. In quella occasione è probabile che si avrà maggiore certezza della realizzazione o meno del viaggio.

“L’incontro con il clero iracheno potrebbe essere quello deputato a fare memoria dei nostri martiri dei quali auspichiamo la proclamazione“, ha spiegato il cardinale. “Ma sappiamo bene che il processo è ancora lungo”.

La preparazione del viaggio di Papa Francesco procede bene

Si attende tuttavia ancora una conferma per quanto riguarda l’incontro tra Papa Francesco e la guida sciita Al-Sistani a Najaf. Il cardinale Louis Raphael Sako, patriarca caldeo di Baghdad, ha raccontato l’atteso che cresce per questa storica visita del Pontefice nelle martoriate terre irachene.

“La preparazione del viaggio di Papa Francesco procede bene. Stiamo collaborando in maniera ottimale con le Autorità irachene. In questi giorni ho avuto anche diversi incontri”, ha spiegato Sako. Incontri che si svolgono su un terreno, ha spiegato il religioso, “che vede nascere primi piccoli frutti”.

La realizzazione del viaggio non è ancora del tutto certa

In alcuni casi si è parlato anche, ad esempio con la delegazione del leader sciita iracheno Muqtada al Sadr, di case e terreni sottratti abusivamente ai proprietari cristiani. Il cardinale ha infatti consegnato loro un dossier in cui vengono indicate quali sono le proprietà confiscate abusivamente ai cristiani.

Il Papa tuttavia, durante una recente intervista, ha spiegato che la realizzazione del viaggio non è ancora del tutto certa, in quanto “terrà conto dell’evoluzione dell’emergenza sanitaria mondiale”, come ha spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni.

Le tappe che sono previste per il viaggio del Papa in Iraq

D’altronde si tratta di un viaggio altamente delicato e si spera che questo possa svolgersi nella migliore delle modalità. Le principali tappe in programma, tuttavia, sono già state rese note. Qualora il viaggio andasse in porto, Francesco si recherà innanzitutto nella piana di Ur, legata alla memoria di Abramo.

Poi a Erbil, nel Kurdistan iracheno. Infine a Mosul e Qaraqosh, nella piana di Ninive, tradizionalmente abitata dai cristiani. L’incontro che invece potrebbe avvenire con la guida spirituale Ali Al-Sistani, in quel caso sarebbe a Najaf, città santa degli sciiti. In quel caso, il faccia a faccia storico dovrebbe dare vita alla firma congiunta del documento di Abu Dhabi.

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Il documento di Abu Dhabi e la speranza della pace in Iraq

Un documento che indicherebbe all’Iraq la strada da seguire, quella della pace e della realizzazione di uno stato democratico in cui vengono difesi i diritti di tutti gli iracheni. La visita di Francesco sarebbe di grande incoraggiamento, in un contesto di forte crisi e altamente complesso.

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Dove i missili hanno continuato a piovere fino alle scorse settimane. Dove poi si vede l’economia in grande difficoltà, in una situazione politica che deve fronteggiare grandi proteste verso i partiti, considerati dalla popolazione corrotti.

Giovanni Bernardi

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