L’ invidia è uno dei sette Vizi Capitali, ossia uno dei peggiori atteggiamenti che possiamo adottare e praticare nella nostra vita.
Risponde a varie domande: Perché ho meno di quella persona? Perché lei/lui ha un ruolo più importante del mio? Perché è più bella/o, alta/o, magra/o di me? Perché ha quello che io vorrei e non avrò mai, per quanto lo possa desiderare?
L’invidia è, dunque, un tarlo che contamina e avvelena, mano a mano, sentimento dopo sentimento, tutto il nostro essere, ci distrae dalla volontà di migliorarci, soppiantandola con l’ossessione di voler essere al posto di qualcun altro.
Questo Vizio, anziché trovare il modo, la strada per crescere, istruirsi, migliorarsi, dirige il proprio disappunto, il proprio astio, contro gli altri, che nel nostro immaginario ci hanno defraudato di qualcosa che avremmo dovuto avere.
La fiducia e la stima di se stessi sono impedite dalla voglia che l’altro soccomba o venga, per lo me meno, svilito.
Il Libro della Sapienza dice: “Sì, Dio ha creato l’uomo per l’immortalità;
La sua invidia, come sabbiamo, si trasformò in un atto di ribellione, che indusse altri Angeli a voler spodestare Dio, a desiderare di avere lo stesso potere.
Sappiamo com’è finita, ma l’umanità non ha ancora realizzato quanto quel sentimento malefico sia radicato in noi. Di uomini come Caino, infatti, è piena la storia dell’umanità.
Antonella Sanicanti
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