Un’intera comunità sotto choc: muore noto operatore del 118 vaccinato

Operatore sanitario muore di Covid, nonostante avesse fatto le due dosi di vaccino. Una tragedia che sconvolge gli amici e i colleghi e interroga.

La pandemia non è finita e, purtroppo, a farne le spese sono ancora – tra gli altri – gli operatori sanitari. Un ultimo caso ha suscitato particolare commozione a Ravenna.

Un uomo semplice e amato da tutti

Gabriele Gazzani, 60 anni, da più di 30 lavorava per il 118. La sua professionalità e la sua disponibilità lo avevano reso particolarmente popolare tra gli addetti ai lavori e nella sua provincia.

L’uomo aveva contratto il Covid ed è morto mercoledì scorso, dopo due settimane di ricovero in pneumologia. Gazzani non ha retto alle complicazioni del virus, contro il quale non ha potuto nulla, pur essendo stato vaccinato con due dosi. Nello stesso reparto è ricoverato anche il fratello, che ora lotta tra la vita e la morte.

Numerosi i messaggi di cordoglio sulla bacheca Facebook dell’operatore 118 ravennate. “Ero un giovane medico – ha scritto un’amica –. Primi turni al 118. Una mattina salgo sull’auto medicalizzata e trovo una rosa e un biglietto: ‘Per te e per tutto quello che devi affrontare là fuori. Ce la farai! Gabriele’. Era questo, lui”.

Ho la morte nel cuore – si legge in un altro post –. Sei stato il primo ad accogliermi a lavorare, e non parlo di mesi o anni, parlo di decenni di amicizia, era il lontanissimo 1988. Mi hai accompagnato all’altare con la tua possente e paradisiaca voce, sei stato il primo a chiamarmi e a gioire con me per la chiamata al 118, mi mancherai davvero tanto Gabri”.

Il vaccino non ci rende immortale

Seguono altri pensieri di altri colleghi e amici, tutti dello stesso tenore: “Sei stato il mio maestro nei mille turni fatti assieme. I tuoi insegnamenti sono stati oro per me”; “Avevi un cuore immenso come nessun altro aveva!”.

Il virus ti ha portato via, ma non cancellerà la tua voce possente”. Gazzani, infatti, oltre che come autista del 118, era noto in tutta la Romagna come cantante di piano bar.

Una vicenda sicuramente (e tristemente) non unica nel suo genere. Non è scontato nel settore sanitario, incontrare medici, infermieri e operatori a tutti i livelli che siano in grado di irradiare umanità tra colleghi e pazienti, e di non guardare questi ultimi sono come ‘numeri’ o ‘cartelle cliniche’. Quando i nostri ospedali, le nostre ASL e i nostri ambulatori perdono uomini così, il dolore e doppio.

Nello specifico, il caso di Gabriele Gazzani ci ribadisce anche una verità amara e scomoda: il vaccino, per quanto utile, non ci rende del tutto invulnerabili al Covid, né tantomeno risolve i problemi del nostro sistema sanitario. [L.M.]

Impostazioni privacy