Incontra l’Angelo che gli ha salvato la vita

 

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Appena nata, Amanda Scarpinati fu costretta a subire un intervento per ustioni di terzo grado causate da un umidificatore a vapore caldo all’Albany Medical Center. Di lei si prese cura una giovane infermiera, le foto di quel giorno che raffiguravano lei tra le braccia della sua salvatrice furono pubblicate dall’ospedale nell’annuario del 1977, da quel momento in poi la piccola Amanda ha sempre conservato quegli scatti che le è stato di grande conforto negli anni e che sperava le servisse per ritrovare quella ragazza che si prese cura di lei in un momento così complicato.

 

Crescendo, racconta Amanda, i bambini la prendevano in giro per le cicatrici delle ustioni, questo la faceva soffrire enormemente e nei pomeriggi più bui si rifugiava in quegli scatti che la ritraevano con la sua salvatrice: “Guardare quella donna, che sembrava essersi presa cura di me in modo così genuino, mi faceva stare bene. Percepivo il suo amore e la sua compassione”. Crescendo, Amanda si è convinta a cercare l’infermiera all’Abany Medical Center, ma le sue ricerche per anni sono state infruttuose e si era convinta che non l’avrebbe mai trovata. Così, un giorno si è decisa a postare le foto e la sua storia su Facebook nella speranza che qualcuno potesse riconoscere quella giovane infermiera.

 

Il post ha presto raggiunto cinque mila condivisioni ed in poco più di una giornata il volto di quella ragazza fu affiancato da un nome: Susan Berger. La Scarpinati, che adesso lavora come  Human Resource Manager, era strabiliata da quel risultato e non vedeva l’ora di ritrovare personalmente Susan per poterla abbracciare e ringraziare. Il giorno dopo viene intervistata da una televisione locale e dopo l’intervista, un giornalista si è occupato di ritrovare Susan e di metterle in contatto.

 

L’infermiera non si era mai dimenticata della piccola Amanda, all’epoca aveva solo 21 anni ed aveva appena cominciato il suo lavoro in ospedale: “Aveva una pace davvero unica. Di solito, quando i bambini subiscono un’operazione, dormono oppure piangono. Lei invece era tranquilla, aveva piena fiducia. Un’esperienza straordinaria”. Due settimane dopo le due donne si sono rincontrate nello stesso ospedale dove si erano conosciute. Amanda era colma di gioia: “È stato meraviglioso. La sua voce era gentile, amorevole, esattamente come me l’ero immaginata”, mentre Susan, seppur orgogliosa di tanta gratitudine, è rimasta spiazzata da tanto calore per un gesto che lei riteneva una semplice parte del suo dovere: “Non so quante infermiere possano avere la fortuna che ho avuto io: qualcuna si è ricordata di me per tutta la sua vita”.

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