
Il Gay Pride sfida nuovamente Pompei, anche con un murale che ritrae il Papa.
“Il poster è stato apposto a due passi dal Comune di Pompei in piazza Bartolo Longo, nelle strade che il prossimo 30 giugno vedranno sfilare il Pompei Pride. Una chiara risposta a chi, da quando è stato convocato il Pride, prova a frenare la realizzazione della manifestazione nella città vesuviana: l’arte, la cultura e il bello, contro l’oscurantismo di chi è ostile al riconoscimento dei diritti inviolabili delle persone”, dice con fierezza Antonello Sannino, Presidente dell’Arcigay di Napoli.
Ma la polizia municipale ha repentinamente rimosso quella figura di dubbio gusto.
E le polemiche imperversano, mentre le autorità e i liberi cittadini non sanno che pesci prendere, per non incorrere in quelle terribili diatribe, che solo le lobby Lgbt sanno architettare, dando, a chiunque sia loro di ostacolo, l’appellativo di omofobo.
Noi vorremmo precisare, in tutta coscienza, che il murale sembrava alquanto ridicolo e semplicistico, ma forse voleva essere ironico ed esaustivo, apponendo nella mani del Papa un simbolo che non appartiene alla sua e alla nostra cristianità. Forse voleva sottolineare proprio che anche il Papa dovrebbe colorare di arcobaleno le sue chiesa!
Semplicemente avvertono e denunciano l’abuso che si fa dell’essere umano, come perfetta creatura di Dio, ma snaturata, nella sua primordiale bellezza, e spesso ridotta ad oggetto del sesso, fine a se stesso e promiscuo.
Antonella Sanicanti