Ikea promuove il ‘Diversity Day’: un pacchetto nozze da 5000 euro per le coppie gay

Ikea promuove il 'Diversity Day': un pacchetto nozze da 5000 euro per le coppie gayIl punto vendita Ikea di Bari con il patrocinio del comune pugliese ha inaugurato l’iniziativa tesa al rispetto delle pari opportunità e della diversità ‘Diversity Day‘. Si tratta di un’iniziativa ideata per aiutare le coppie gay ad organizzare un matrimonio senza dover spendere le tradizionali ed onerose cifre solitamente necessaria. Ikea, infatti, offre alle coppie vincitrici un pacchetto omni comprensivo con un ricevimento per 100 persone da 3000 euro all’interno della sala ristorante del mobilificio, un viaggio pagato per due persone nei Paesi Scandinavi da 1200 euro ed un buono da spendere in arredamento nei punti vendita Ikea. Per partecipare al concorso le coppie, rigorosamente omosessuali, dovranno aver già prenotato la data dell’unione civile o lo dovranno fare entro e non oltre il 25 agosto.

Diversity Day: pari opportunità o discriminazione al contrario?

L’iniziativa dell’Ikea ha suscitato opinioni contrastanti tra i partiti politici e l’opinione pubblica, da un lato, infatti, Francesca Bottalico, assessore al Welfare del Comune di Bari, ritiene che l’iniziativa della multinazionale: “Si inserisce nel percorso che da anni stiamo portando avanti sui temi delle pari opportunità e della promozione di culture non violente, non discriminatorie ma inclusive e capaci di valorizzare le differenze”. Dall’altro, invece, c’è la desta rappresentata dal deputato di Fratelli d’Italia Marcello Gemmato che sostiene che si tratti di un chiaro esempio di discriminazione per le coppie eterosessuali.

Gemmato ha persino organizzato un sit in di protesta davanti all’ingresso dell’Ikea per manifestare il dissenso contro quella che ritiene una violazione delle pari opportunità delle famiglie etero. La protesta non è ovviamente contro la decisione di Ikea che in quanto privato può decidere a chi rivolgere le proprie offerte come meglio crede, ma nei confronti del Comune che ha patrocinato l’iniziativa, favorendo (a suo dire) una minoranza della popolazione piuttosto che trattare egualmente tutti i cittadini senza differenziazioni di orientamento sessuale. Trattandosi di un’iniziativa privata, la protesta risulta però provocatoria e forzata, senza una reale base su cui poggiare una tesi discriminatoria.

Luca Scapatello

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