Ikea indagata: licenziato un dipendente per omofobia

Ikea ha davvero licenziato un dipendente per un post omofobo?

A quanto pare sì, l’episodio si è verificato in Polonia.

IKEA licenzia dipendente
(Getty Images)

Ikea licenzia dipendente: si è rifiutato di cancellare un post omofobo

Tutto è cominciato quando il dipendente, in occasione dell’annuale parata per i diritti LGBT in Polonia, ha condiviso sulla rete aziendale un commento in cui apparivano alcuni passi della Bibbia. Tali passi del Libro Sacro contenevano una descrizione cruda del trattamento riservato agli omosessuali, motivo per cui alcuni dipendenti si sono lamentati con i dirigenti dell’azienda.

In seguito alle lamentele, i dirigenti hanno chiesto all’uomo di eliminare il post dalla rete aziendale, ma questo si è rifiutato, reputando quanto fatto un’espressione della libertà di pensiero. A quel punto l’azienda ha deciso di prendere un provvedimento definitivo contro il dipendente decidendo di licenziarlo in tronco. E’ noto, d’altronde, come la compagnia svedese abbia da tempo abbracciato una politica comunicativa a favore della comunità omosessuale e che un simile episodio non poteva lasciare indifferenti i vertici.

Il governo polacco indaga Ikea per il licenziamento

Quando la notizia del licenziamento si è diffusa per mezzo stampa in tutta la Polonia, sono state numerosissime le critiche piovute addosso alla multinazionale, rea secondo gli utenti polacchi di aver licenziato il dipendente solo perché manifestava un pensiero differente da quello degli altri. Il caso ha assunto una dimensione nazionale quando il governo polacco di estrema destra ha chiesto un’interrogazione parlamentare su quanto successo al dipendete di Ikea.

L’operato dell’azienda è dunque posto sotto indagine, dalla quale si dovrà evincere se le motivazioni addotte per il licenziamento non ledano i diritti fondamentali dell’uomo di esprimere la propria opinione. Verrà valutato dunque se le frasi condivise sulla rete aziendale fossero davvero omofobe o sono state interpretate in questo modo per un’interpretazione troppo rigida delle stesse.

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Luca Scapatello

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