Hawking compie 76 anni: Sarei dovuto essere morto già nel 1985

Tutti conoscono Stephen Hawking come scienziato, ma non tutti sanno che quando aveva 21 anni gli è stata diagnosticata una malattia degenerativa ai motoneuroni, che la sua aspettativa di vita era di appena 4 anni e che due anni più tardi, con l’insorgere sclerosi laterale amiotrofica, quella aspettativa si era abbassata ulteriormente. Contro ogni parere, Stephen ha continuato a vivere e nonostante le difficoltà motorie e quelle linguistiche è riuscito a dare un contributo significativo alla ricerca scientifica (le sue teorie ed i suoi studi sono ancora tra i migliori in circolazione), arrivando, il 9 gennaio scorso a compiere 76 anni.

Tutto questo non sarebbe stato possibile se nel 1985, l’allora moglie del fisico non si fosse opposta al parere dei medici di Ginevra ed avesse permesso che gli staccassero i respiratori: Hawking aveva subito un malore durante una premiazione ed era stato portato all’ospedale svizzero dove, ancora una volta, i medici gli avevano diagnosticato poche possibilità di sopravvivere, ma lei era convinta che suo marito si sarebbe ripreso e sarebbe tornato a lavorare a Cambridge e così è stato. L’episodio in questione è stato raccontato dall’illustre fisico in un documentario sulla sua vita del 2013: “I dottori offrirono a Jane la possibilità di spegnere le macchine. Jane ha rifiutato. Era convinta che sarei tornato a Cambridge. le settimane di terapia intensiva che seguirono furono le più dure della mia vita”.

Hawking è la dimostrazione vivente che le disabilità fisiche e le malattie potenzialmente mortali non debbano per forza segnare la fine di un’esistenza e che chi vive con grossi hadicap può ancora fare molto nella sua vita. Bellissimo in questo senso il suo discorso d’apertura alle paralimipiadi di Londra nel 2012: “I Giochi Paralimpici possono trasformare la nostra percezione del mondo. Farci capire che siamo tutti differenti l’uno dall’altro, che non esiste un essere umano standard, ma siamo tutti parte della stessa umanità. Ci distingue la capacità di creare e la creatività può avere molte forme, dalle cose pratiche a quelle teoriche. Per quanto la vita possa sembrare difficile, c’è sempre qualcosa che potete fare e qualcosa in cui potete eccellere”.

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