Giovanni XXIII: “Ho sempre un angelo che veglia su di me”

Che rapporto aveva papa Giovanni XXIII con il suo angelo custode?

Ottimo, sin da ragazzo non dimenticava mai di ringraziarlo per la protezione che gli forniva.

Papa Giovanni XXIII

Giovanni XXIII ed il rapporto con l’angelo custode

Sebbene il suo pontificato sia durato poco tempo, Giovanni XXIII (Angelo Roncalli), viene tutt’ora ricordato con affetto. Il pontefice veniva considerato un santo quando era ancora in vita ed i successivi papi hanno preso esempio da lui. Una dimostrazione dell’affetto che ancora oggi provano i fedeli, si è avuta qualche mese fa: la salma del è stata trasportata in varie località italiane. Per l’occasione sono accorsi migliaia di fedeli, pronti a pregare sulla sua tomba.

Non molti, però, sapranno la particolare affezione che il “papa buono” nutriva per il suo angelo custode. Tracce di questo rapporto speciale si rintracciano nel suo diario da seminarista. Tra quelle pagine, scritte da un 18enne Roncalli, si legge: “Un Angelo del cielo nientemeno, mi sta sempre accanto ed insieme è rapito in una continua estasi amorosa con il suo Dio. Che delizia al solo pensarci!”.

Giovanni XXIII e quella volta che volle fare necessariamente l’invocazione all’angelo

C’è però un episodio che fa comprendere ancora di più quanto fosse speciale il rapporto del papa con l’angelo custode. Giovanni XXIII era appena diventato papa ed una domenica comincia l’Angelus da Piazza San Pietro, quindi lo fa seguire dall’Invocazione all’Angelo custode. L’allora segretario particolare, Monsignor Villa, gli ricorda al termine della funzione che l’invocazione non era necessaria. Per quale motivo? Semplice, l’affidamento dell’anima di ciascuno ad uno spirito celeste non era un dogma della chiesa cattolica.

Sentite quelle parole Giovanni XXIII accennò un sorriso, e senza perdere il consueto buon umore disse: “Bravo questo teologo. Per fare un piacere a lui io dovrei fare un dispetto al mio Angelo custode”. A raccontare questo episodio significativo, è stato anni dopo proprio Monsignor Villa, a dimostrazione di come il papa fosse legato al proprio Angelo Custode.

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Luca Scapatello

Fonte: Aleteia

 

 

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