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Opinioni e Approfondimenti

Giovanni Paolo II: vi spiego cosa significa essere giovani

Il rapporto che lega la figura di San Giovanni Paolo II con la gioventù è straordinario e in diverse occasioni il Santo Pontefice ci ha spiegato cosa significa essere giovani. Per lui, si tratta di una dimensione che supera l’età anagrafica.

Giovanni Paolo II ci insegna come essere giovani – LalucediMaria

Prima di tutto, una condizione interiore. Solo successivamente, l’essere giovani può essere legato al concetto di età anagrafica. Questa è la tematica che ha sempre portato avanti San Giovanni Paolo II durante il suo pontificato. È noto a tutti che il suo rapporto con il mondo giovanile era molto stretto e, per l’appunto, nei giovani, il Santo Pontefice vedeva sempre quella speranza, così importante e fondamentale nel cammino di fede. Karol Wojtyla ha espresso il suo pensiero circa la giovinezza in diverse occasioni. Quella che si va a prendere in esame in questa sede è l’udienza generale del 15 novembre 1978, quando il Santo ha parlato di gioventù e di “novità di spirito”. Il suo discorso è rimasto nei cuori di tutti, giovani e non: le sue parole, così interessanti e così profonde, sono un insegnamento prezioso per chiunque le ascolta.

Giovanni Paolo: rimanere giovani

Giovanni Paolo II ha sempre dimostrato il suo impegno per la causa giovanile. I suoi discorsi hanno una valenza ancora più profonda, perché si pongono come guida per i giovani cammini di fede. Sono diversi gli aspetti che il Papa ha messo in luce nel suo discorso espresso durante l’udienza generale. “Essere giovani significa vivere in sè un’incessante novità di spirito, alimentare una continua ricerca di bene, sprigionare un impulso a trasformarsi sempre in meglio, realizzare una perseverante volontà di donazione” (fonte: udienza generale del 15 novembre 1978). Un aspetto su cui vale la pena concentrarsi è proprio l’ultima parte del suo discorso, quella relativa alla volontà di donazione.

La volontà di donazione

Cosa intendeva il Pontefice, quando parlava di “libertà di donazione”? Essere giovani, per Wojtyla, significava innanzitutto avere il coraggio di donare, di dare agli altri, senza aspettarsi nulla in cambio, avere per l’appunto quella volontà di donare. Questo atto di generosità, che diventa un vero e proprio cammino di crescita, arricchisce tutti, chi offre e chi riceve. Dunque, questo è un aspetto che supera il concetto di età anagrafica: si può essere giovani sempre, basta avere il giusto atteggiamento. La vera forza della giovinezza è proprio questa: riconoscere che la vera bellezza sta nel dare, non nel ricevere.

Leggi anche: Giovanni Paolo II e l’instancabile fede: così ci ha insegnato a pregare

 

 

Fabio Amicosante

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Fabio Amicosante

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