Giovanni Paolo II: questo è il mio Corpo, è per tutti voi

Come Papa Giovanni Paolo II ha trasformato la nostra storia di fede? Ne troviamo traccia nei tanti scritti che ci ha lasciato. 

Giovanni Paolo II
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Il Santo Padre, Papa Giovanni Paolo II, ha parlato al cuore di tutti: dei bambini, come degli anziani; della gente comune, come dei potenti della Terra, fino a raggiungere i posti più remoti e dimenticati del pianeta. Le sue parole, ancora oggi e speriamo per i secoli a venire, fanno eco, rimbalzando tra i popoli di ogni razza, per illuminare i pensieri ancora bui della nostra storia umana.

In una delle sue Encicliche, la “Ecclesia de Eucharistia”, parlò alle persone consacrate e ai laici del Mistero dell’Eucarestia, del Cristo che, sull’altare di ogni Chiesa, si fa Corpo e Sangue per noi. Nutrirsi di Cristo ci rende partecipi di quel Mistero che rinnova costantemente la sua Passione e la sua risurrezione. Con Cristo, infatti, anche noi risorgiamo e ci risolleviamo dalla nostra condizione umana e precaria, in attesa della vita senza fine. Questo il vero senso della partecipazione alla Santa Messa.

Giovanni Paolo II: Lettera Enciclica “Ecclesia de Eucharistia”

“Nel corso del Grande Giubileo dell’Anno 2000, mi fu dato di celebrare l’Eucaristia nel Cenacolo di Gerusalemme, là dove, secondo la tradizione, essa fu realizzata per la prima volta da Cristo stesso. Il Cenacolo è il luogo dell’istituzione di questo santissimo Sacramento.

È lì che Cristo prese nelle sue mani il pane, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi» (cfr Mt 26,26; Lc 22,19; 1 Cor 11,24). Poi prese nelle sue mani il calice del vino e disse loro: « Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati » (cfr Mc 14,24; Lc 22,20; 1 Cor 11,25). Sono grato al Signore Gesù che mi ha permesso di ripetere nello stesso luogo, obbedendo al suo comando: « Fate questo in memoria di me » (Lc 22,19), le parole da Lui pronunciate duemila anni fa. “.

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Antonella Sanicanti

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