Uno degli aspetti più significativi della figura del Santo Pontefice Giovanni Paolo II è legato alla preghiera. Il suo insegnamento in merito a questo forte atto devozionale è diventato, man mano, sempre più profondo e significativo. Attraverso il suo esempio, ogni cristiano è chiamato a riflettere sull’importanza della preghiera.
Il pontificato di Giovanni Paolo II ha trovato, nella preghiera, un pilastro senza eguali. Da sempre considerato uno dei Papi più carismatici e amati dell’intera storia della cristianità, Karol Wojtyla ci ha offerto un insegnamento centrale su cosa significa e quanto è importante la preghiera per ogni persona. Numerose sono state, nel corso del suo percorso come Sacerdote prima e come Pontefice poi, le testimonianze di persone a lui vicine. Queste, infatti, hanno fatto conoscere al mondo la figura di questo straordinario Pontefice un po’ più da vicino. Il Santo Pontefice era solito trascorrere gran parte delle sue giornate in meditazione e in preghiera e, da quanto si apprende, uno degli aspetti più noti era il suo stretto rapporto con l’Adorazione Eucaristica.
Diverse sono state, come la storia ci insegna, le “sfide” che il Santo Pontefice è stato chiamato ad affrontare: sia come uomo che come successore di Pietro. Come uomo, fin dalla sua giovinezza, Wojtyla si ritrovò a dover fare i conti con un contesto storico-geografico non felice. Il Santo crebbe infatti in una Polonia colpita da profonda sofferenza. La sua giovinezza, poi fu attraversata dalla Seconda Guerra Mondiale, durante la quale il giovane Karol si ritrovò a vivere in una situazione drammatica. Ma anche questo, insieme a tanti altri fattori, rafforzò la sua fede, tanto da iniziare a frequentare i seminari che lo avrebbero poi portato a diventare Sacerdote. Le sfide della giovinezza, quanto quelle durante il suo Pontificato, sono sempre state accompagnate, e superate, proprio con la preghiera. Giovanni Paolo II ha sempre trovato lo spazio per quella che lui amava definire “arma spirituale”.
Correva l’anno 2002. Era l’anno in cui Giovanni Paolo II decise di “mettere mano” a una delle pratiche di devozione più amate da Lui e da moltissimi fedeli: la recita del Rosario. Cosa successe in quell’anno? Attraverso la stesura della lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, il Pontefice introdusse ai misteri già presenti, quelli della Luce, che tradizionalmente vengono contemplati il giovedì.
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