Gesù ci chiama: scopriamo il senso profondo del suo invito

L’invito di Gesù a stare con Lui, racchiude in sé una esperienza molto, troppo preziosa, che non può ridursi a qualcosa di abitudinario. 

Ma cosa vuol dire “stare con Gesù”? Cosa si prova nello stare alla sua presenza? Cerchiamo di capirlo insieme.

photo web source

Ogni volta è una gioia. Nonostante siamo peccatori, il Signore ci chiama e ci invita a stare insieme a Lui. Ce lo dice anche Papa Francesco.

Stare con Cristo: cosa vuol dire?

Non dobbiamo pensare che sia un qualcosa di noioso, solo perché alcuni lo vedono “quasi come un obbligo”, ad esempio, il partecipare alla Santa Messa tutte le domeniche. Non è così: Gesù ci invita sempre, anche se noi siamo peccatori e non dovremmo meritare il suo invito.

Lo stare con Lui, alla sua presenza, ci fa sentire bene, ci riempie il cuore di quella presenza che nessun altro potrebbe darci o farci sentire come tali. Ma la domanda che ognuno di noi si è sempre posto è questa: “Cosa significa stare con Gesù”?

Si tratta di un qualcosa che possono provare solo coloro che sono Santi? Assolutamente no, ma nel suo insieme ha un significato pieno e profondo. Non soltanto la presenza di Gesù nell’Eucarestia, ma anche vicino a noi quando siamo in preghiera, quando siamo in difficoltà, quando pensiamo che Lui non pensa a noi, ma invece è lì.

Ci sono delle frasi specifiche, nei Vangeli, che ci fanno comprendere la bellezza e l’importanza di Gesù nello stare con noi e che vuole stare insieme a noi. Come ad esempio: “Rimanete in me, come io in voi”: una volontà ed un volere di restare uniti insieme, sempre.

Lo stare con Gesù per vivere nella grazia, sentire accanto la sua presenza, non solo rivolgendo a Lui la preghiera, ma anche solo il pensiero, perché Lui è lì, sempre, al nostro fianco e nel nostro cuor, se lo vogliamo.

Papa Francesco: cosa è fondamentale

photo web source

Anche Papa Francesco ci ha, più volte, ribadito, quanto “è importante stare con Gesù”. Ed è il Vangelo a tracciare la strada per ciascuno di noi, insegnandoci l’importante di restare con Cristo ed alla sua presenza. Certo, non è facile capire, soprattutto quando siamo convinti che Cristo non  ci guardi o non ci ascolti.

Il Pontefice ci invita, proprio, a fare questo, a guardare attentamente attorno a noi e vedere “quanti occhi, quante cicatrici ci parlano di amore. Impariamo a riconoscerli e a riempirci il cuore“. Una luce che dobbiamo e possiamo portare anche agli altri.

Contemplare il volto di Dio, le meraviglie di Dio, lo stare con il Signore, trovarlo anche nello sguardo degli altri, specie di coloro che soffrono, ci aiuta a comprendere ancora di più l’importanza di stare con il Signore e “ci deve portare avanti al servizio degli altri” – dice Francesco.

La vite e i tralci: noi siamo con Gesù

photo web source

In un altro passo del Vangelo, Gesù ci dice: “Io sono la vite, voi i tralci”. Una frase ancora più significativa. Il nostro esser un tutt’uno con Cristo. Il tralcio che nasce dalla vite: così noi lo siamo da Cristo. Con lui, per lui, per portare la sua Parola a tutte le genti.

Ma il momento più importante per stare con il Signore è, di certo, quello eucaristico. Comprendere e capirne il valore pieno dell’Eucarestia, di Gesù che entra in noi: “Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?” – dice San Paolo nella sua Lettera ai Romani.

Dobbiamo esser meravigliati, stupiti, come un bambino davanti a un qualcosa che non ha mai visto, quando partecipiamo alla Messa. Meditare, guardare con attenzione a tutto ciò che accade, perché in ogni momento Gesù è sempre lì presente. Gesù è lì che ci aspetta.

Come racconta nel suo libro “Welcome! Holy Communion”, Madre Mary Loyola, meditare specialmente dopo esserci accostati alla Comunione, ci aiuta a comprendere al meglio ciò che è da poco avvenuto. La religiosa, nel corso della sua vita, ha scritto numerosi libri circa le sue catechesi. Nei suoi testi c’erano delle vere e proprie trascrizioni dei colloqui che lei aveva con i fedeli, in particolare con i bambini del Catechismo, ma anche con Dio stesso.

Madre Mary Loyola: la gioia dopo avere ricevuto l’Eucarestia

Copertina libro Madre Loyola – photo web source

Vissuta nella seconda metà dell’Ottocento, dopo aver scelto la vita religiosa, si era posta come obiettivo quello di “riuscire a spiegare le cose difficili ai bambini”, in modo che con un linguaggio semplice, tutti potessero meditare e comprendere il mistero di Dio e la sua Parola.

“Quanto sono vicino ora, quanto sono strettamente unito alla Fonte di ogni bene! Incrocio le mani sul petto e so che lì c’è tutto il bene. Ed Egli è lì a condividere con me, come un vero innamorato, tutto ciò che ha e che è. Nel mio cuore c’è tutta la Sua Onnipotenza a proteggermi” – scrive la religiosa in una meditazione.

Il Signore ci dona tutto il suo amore, tutta la sua saggezza, la sua carità, i suoi tesori perché noi l’accogliamo nel nostro cuore come nella nostra vita: “Quanto mi è vicino tutto questo nei momenti estremamente preziosi dopo la Comunione […] Aprimi allora la Tua mano, o Signore, e riempi la Tua creatura bisognosa di benedizioni riempiendola di Te” – conclude la religiosa.

Spunti di meditazioni utili e necessari per la vita spirituale di ognuno di noi.

Impostazioni privacy