C’è una storia molto suggestiva, che arriva direttamente da Gerusalemme. E’ la storia di un miracolo, che puntualmente si rinnova, sulla tomba del Signore, il giorno del sabato prima della Pasqua.
Ne parlava già San Gregorio di Nissa, nel 394, e molte sono le testimonianze dell’evento, nel corso della storia, anche più recente.
Nel giorno del Sabato Santo (ci si riferisce alla data della Pasqua ortodossa), sin dal mattino, si da inizio ai preparativi: il sepolcro viene accuratamente controllo (per escludere un qualsiasi intervento umano nel miracolo che si sta aspettando), poi sigillato con un misto di miele e cera, mentre il custode della sacrestia del Tempio sposta, da quel luogo, anche la lampada che, li, arde continuamente.
Alle 12:00, fa ingresso il Patriarca Greco-Ortodosso in carica, col suo seguito di arcipresbiteri, presbiteri e diaconi, insieme al Patriarca Armeno.
Il Patriarca toglie i paramenti, rimanendo solo con la tunica bianca, mentre le autorità civili esaminano anche lui scrupolosamente, davanti ai fedeli intervenuti, per dimostrare che non possiede nessun oggetto che possa accendere un fuoco.
A questo punto, il Patriarca di Gerusalemme prega ancora, in assoluto silenzio. Dopo qualche momento, sul marmo che copre la lastra del sepolcro, appaiono delle scintille, delle gocce luminose. Il Patriarca le raccoglie con l’ovatta e accende tutte le candele di quel luogo!
Per i 33 minuti successivi, quel fuoco non brucia, può essere toccato e respirato persino. Si dice che
Si dice anche che, se per un solo anno non dovesse avvenire il miracolo, subentrerà alla cerimonia la prima tra le confessioni con diritto di precedenza a presiedere il Santo Sepolcro.
Ricordiamo, per chi volesse assistere all’evento, che cattolici e ortodossi celebrano la Pasqua secondo calendari diversi. La Pasqua ortodossa segue il calendario giuliano e oscilla tra il 4 Aprile e l’8 Maggio.
La tradizione vuole anche che il miracolo del Fuoco cessi prima dell’Apocalisse.
Antonella Sanicanti
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