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I funerali di Giovanni Paolo II e l’omelia del futuro Papa Benedetto XVI – Video

Era l’8 aprile del 2005 quando tutta l’umanità, di ogni credo, si riuniva in Piazza San Pietro per celebrare i funerali di Giovanni Paolo II.

A presiedere la Celebrazione Eucaristica fu l’allora Cardinale Ratzinger che, di lì a poco, sarebbe diventato il successore al soglio Pontificio. Ai funerali del futuro Santo, parteciparono proprio tutti, anche i leader di tutte le religioni del mondo. Segno che l’ecumenismo e il dialogo fra tutti i popoli, così fortemente voluto da Giovanni Paolo II, aveva dato i suoi frutti.

16 anni fa, l’addio a Giovanni Paolo II

Una giornata ventosa, una semplice bara in legno e un Vangelo posto su di essa. Il vento che lo sfogliava continuamente, segno che la Parola di Dio corre più veloce del vento. E tutt’intorno non solo i Cardinali, i sacerdoti e le suore, ma davvero tutta l’umanità.

Piazza San Pietro era gremita quel giorno: era l’8 aprile di 16 anni fa. Giovanni Paolo II si era spento il 2 aprile e, quella mattina, si celebravano i funerali. Un momento davvero toccante: dare l’addio al Papa che aveva toccato davvero ogni angolo del mondo, aveva parlato con tutti fino a quando la malattia glielo aveva permesso. Ed ora, proprio quel popolo di Dio che aveva guidato per 27 anni, pregava per lui.

L’allora Cardinale Ratzinger celebrò l’Eucarestia funebre. Proprio lui, sì, il futuro (di lì a qualche giorno) Papa Benedetto XVI. Una delle persone più vicine a Giovanni Paolo II.

Ratzinger: “Il suo dire SI al Seguimi di Gesù”

Parole toccanti quelle dette da Ratzinger nella sua omelia, a partire da quel “Seguimi” che Giovanni Paolo II ha subito sentito come suo, fin dal primo momento della sua vocazione. “Questa parola lapidaria di Cristo può essere considerata la chiave per comprendere il messaggio che viene dalla vita del nostro compianto ed amato Papa Giovanni Paolo II, le cui spoglie deponiamo oggi nella terra come seme di immortalità […]

Seguimi – da giovane studente Karol Wojtyła era entusiasta della letteratura, del teatro, della poesia […] Tante volte nelle sue lettere ai sacerdoti e nei suoi libri autobiografici ci ha parlato del suo sacerdozio”.

Un sacerdozio segnato da particolari momenti, ai quali Karol Wojtyla ha sempre detto SI a quel “Seguimi”: “[…] In particolare a partire da tre parole del Signore. Innanzitutto questa: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”.

La seconda parola è: “Il buon pastore offre la vita per le pecore”. E finalmente: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore”. In queste tre parole vediamo tutta l’anima del nostro Santo Padre. E’ realmente andato ovunque ed instancabilmente per portare frutto, un frutto che rimane” – continuò il Cardinal Ratzinger.

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Il Si più grande nel 1978

Un “Seguimi” iniziato nel 1946, anno del suo SI ad esser sacerdote di Dio, fino al “Seguimi” più grande, nel 1978, alla guida della Chiesa universale: “Nell’ottobre 1978 il Cardinale Wojtyła ode di nuovo la voce del Signore […]

Alla domanda del Signore: Karol mi ami?, l’Arcivescovo di Cracovia rispose dal profondo del suo cuore: “Signore, tu sai tutto: Tu sai che ti amo”. L’amore di Cristo fu la forza dominante nel nostro amato Santo Padre; chi lo ha visto pregare, chi lo ha sentito predicare, lo sa” – continuò.

LEGGI ANCHE: Giovanni Paolo II: prima Messa il 2 novembre sulla tomba dei Re polacchi

L’allora Cardinal Ratzinger: “La Divina Misericordia e la Madre di Dio”

L’amore verso Cristo e la sua Misericordia: “Divina Misericordia: il Santo Padre ha trovato il riflesso più puro della misericordia di Dio nella Madre di Dio. Lui, che aveva perso in tenera età la mamma, tanto più ha amato la Madre divina.

Ha sentito le parole del Signore crocifisso come dette proprio a lui personalmente: “Ecco tua madre!”. Ed ha fatto come il discepolo prediletto: l’ha accolta nell’intimo del suo essere– Totus tuus. E dalla madre ha imparato a conformarsi a Cristo” – concluse.

Fonte: vatican.va

LEGGI ANCHE: Giovanni Paolo II: da questo capiamo perché è diventato Santo

ROSALIA GIGLIANO

Rosalia Gigliano

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Rosalia Gigliano

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