Fundana: bambini Venezuelani, una tragica fine

SANAA, YEMEN – 2017, OCT: Orphanage in Sanaa. These children either lost their parents to the war, or were given up by parents who, displaced by fighting and unable to work, were unable to take care of their families. (Photo by Veronique de Viguerie/Getty Images Reportage)

“La gente non riesce a trovare da mangiare. Non hanno di che sfamare i figli. Per questo li abbandonano: non perché non gli vogliano bene, ma proprio perché gliene vogliono”!
Vorremmo non leggere più queste frasi, desidereremmo che il mondo si occupasse di questi casi, non della corsa agli armamenti o di lasciare che siano in pochi ad accumulare una qualche ricchezza individuale.
Si parla di molte regioni del Venezuela, ad esempio, in cui la situazione è davvero drammatica e denuncia delle mancanze essenziali di cibo, medicine o di ogni mezzo di sostentamento.

E’ il dittatore Nicolás Madurolarghe che sta riducendo alla fame il Paese e costringe, chi può, ad emigrare.
Ed è al Washington Post che Magdelis Salazar, un’assistente sociale venezuelana, racconta i fatti, che riguardano i, sempre più numerosi, casi di abbandono di minori, per mancanza di mezzi per sfamarli e crescerli nel migliore dei modi.
Al momento, il Governo non ammette il problema, dunque non fa nulla per arginarlo, neppure vuole che se ne parli, ma noi siamo venuti a conoscenza di Fundana.

Si tratta di un orfanotrofio no profit, aperto nel 1991, nel Sud di Caracas.
Lo scorso anno, 144 famiglie hanno chiesto a Fundana di prendersi cura della loro prole.
Ecco la voce di una di quelle madri addolorate: “Non sapevo cos’altro fare”, lei si chiama Angélica Pérez, ha 32 anni ed è madre di tre bambini, il più piccolo dei quali è gravemente ammalato.
Ora Fundana si prenderà cura dei suoi figli, di 3, 5 e 14 anni, almeno per un po’, mentre lei andrà in Colombia a cercare lavoro.
Ma il problema è che, quell’orfanatrofio, potrà tenere i suoi bambini solo per un anno, prima di doverli dare in adozione: “Voi non sapete che cosa significhi vedere i propri figli affamati. Non ne avete idea. Mi sento responsabile, sento di essere colpevole. Ma ho provato qualunque cosa. Non c’è lavoro e loro dimagriscono di più ogni giorno che passa”.
Ma Fundana trova anche bambini lasciati in strada, senza alcuna protezione. Qualche mese fa, ad esempio, una bambina di tre anni era stata abbandonata, con accanto dei vestiti di ricambio e una lettera, in cui si leggeva: “Vi prego, date da mangiare a mia figlia”.

Chi si occupa dei minori in Venezuela e di questo scempio perpetrato dalla una politica malsana, cerca di dare l’allarme (e noi ci associamo a loro), perché presto le autorità e le associazioni umanitarie possano fare qualcosa di concreto: “Abbiamo enormi problemi. Il numero dei bambini abbandonati è di gran lunga aumentato. Il punto non è solo che sono di più rispetto a prima, ma che hanno maggiori problemi di salute e denutrizione. E noi non riusciamo a prenderci cura di tutte queste persone”. “ … almeno due madri disperate a settimana”. “Le richieste sono così tante che in alcuni istituti abbiamo le liste di attese”, dicono a più voci.

Fundana si regge con fondi di privati cittadini, ma può mettere a disposizione un numero limitato di posti, mentre le famiglie povere sono in netto aumento.
La situazione è peggiorata dal fatto che anche le mamme che non vogliono abortire, ma desiderano far nascere il bambino, per poi darlo in adozione, si affidano alle stesse strutture, presso cui fanno richiesta, prima di partorire.
Non è concepibile, dunque, che esse debbano sentirsi dire “no”. Questo metterebbe a rischio la vita di troppi neonati.

Antonella Sanicanti

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