Come faccio a sapere se lo Spirito Santo abita in me?

 

Pentecostes

Dobbiamo pregare con più assiduità lo Spirito Santo, confidando nella Sua azione e santificazione nella Chiesa e nelle anime. Senza l’aiuto e lo stimolo del Divino Spirito Santo nulla si può fare o compiere per piacere a Dio o alla Santissima Trinità, per seguire il vero cammino.

I cristiani devono coltivare un amore ardente più fiducioso nello Spirito Santo. La devozione allo Spirito Santo è una devozione necessaria al cristiano, una volta che il Sacro Cuore di Gesù è inseparabile dello Spirito Santo. Ovvero, essere devoto del Sacro Cuore di Gesù implica essere devoto dello Spirito Santo che dev’essere assiduamente invocato, pregato, invitato e ricercato, perché soltanto esso ci spinge alla pratica del bene.

Lo Spirito Santo è l’anima ed il motore della Chiesa, è esso che conduce la Chiesa lungo i secoli e la condurrà fino alla fine dei giorni.

Lo Spirito Santo è il dono di Dio all’anima del cristiano, è l’amore e la soavità del Padre e del Figlio, esso è lo spirito della fortezza. Fu Esso che diede ai martiri la forza di morire, coraggiosamente e allegramente per la causa di Nostro Signore Gesù Cristo, per la causa del Vangelo. Lo Spirito Santo dona il coraggio e l’energia affinché il cristiano possa proseguire nel cammino della fede e della salvezza.

Lo Spirito Santo che in noi dice “Abba Padre” ci ricorda che siamo figli di Dio e che, per questo motivo, possiediamo una dignità elevata. Lo Spirito Santo che conduce il cristiano è una luce indispensabile per ciascuno di noi. Cristo è il cammino, ed Egli promise agli apostoli una forza dall’Alto, lo Spirito Santo Paraclito affinché essi potessero realizzare tutto ciò che avevano ascoltato e avevano imparato dal Divino Maestro.

La luce di Cristo che illumina la nostra anima è lo Spirito Santo, perché Gesù morì per darci la vita, ma l’uomo nulla può fare senza il soccorso divino, senza l’aiuto di Dio. Per la nostra santificazione abbiamo bisogno dello Spirito Santo, dovendo supplicarGli perché ci conceda i Suoi doni ed i Suoi frutti. Così, ciò che è impossibile a noi diventa possibile se preghiamo e invochiamo lo Spirito Santo, se chiediamo il Suo aiuto.

Abbiamo come esempio la Chiesa primitiva. Pensiamo e meditiamo sul comportamento degli Apostoli, che ebbero il coraggio di lasciare tutto per seguire Gesù con viva allegria, entusiasmo e coraggio. Ciò grazie all’azione dello Spirito Santo.

Gesù insegnava loro pazientemente, ma essi a volte non percepivano gli insegnamenti di Gesù perché non erano ancora colmi dello Spirito Santo. La stessa cosa accade a noi, se non siamo colmi dello Spirito Santo non ci rendiamo molto conto degli insegnamenti del Divino Maestro. È lo Spirito Santo che sveglia il desiderio de seguire Gesù, perché l’uomo per natura è debole e ha bisogno di questa forza. Gli Apostoli si spostarono di paese in paese, di città in città, realizzando prodigi, miracoli, correndo pericoli, soffrendo persecuzioni e persino la morte sostenuti dalla forza dello Spirito Santo.

Fu con gli uomini deboli che la Chiesa primitiva si formò, perché questa chiamata non dipende dall’uomo ma di Colui che chiama. Non dipende dalla capacità o dall’intelligenza dell’uomo, dipende da Dio. L’uomo non è soltanto il canale, lo strumento, la via attraverso cui Dio lavora e agisce quando l’uomo lo permette e accetta la disposizione di Dio nella propria vita. Dio ha bisogno soltanto della disponibilità dell’uomo, il resto è fatto da Lui.

Se direte: “Eccomi qui, o mio Dio, per fare la Tua volontà, fai di me ciò che intendi”, Dio comincia ad agire, ma per questo è necessario che lasciamo i nostri preconcetti, le nostre volontà, i nostri capricci e vanità, poiché, come dice Gesù: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16, 24). E cosa significa negare sé stessi? Significa dire “No” ai nostri capricci, alle nostre volontà, ai nostri piaceri affinché, quando saremo svuotati di noi stessi, potremo essere pieni dello Spirito Santo.

Dobbiamo svuotare ciò che è dentro di noi, perché se non lo faremo, è come versare l’acqua in un bicchiere colmo – è impossibile – poiché è necessario che il bicchiere sia vuoto perché sia possibile riempirlo. Accade lo stesso all’uomo. Quando siamo pieni di noi stessi, del nostro orgoglio, della nostra vanità, Dio resiste e indietreggia, come dice il salmista: “Io resisto all’orgoglioso e mi avvicino all’umile di cuore”.

Egli sceglie ciò che è vile e spregievole per confondere il mondo. Dio è sempre Dio e così nessuno potrà vantarsi dinanzi a Lui, perché i doni e i frutti non sono meriti dell’uomo, sono concessi da Dio.

San Paolo, nella lettera agli Efesini 2, 8-9 scrive: “Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene.” Chi vorrà glorificarsi deve glorificarsi in Gesù e non in sé stesso o nei valori mondani. Non nella vanagloria terrena, ma in Gesù. Così, la tua gloria sarà Gesù, il tuo premio sarà Gesù, la tua gioia sarà Gesù.

L’azione dello Spirito Santo sugli Apostoli nel giorno di Pentecoste fu così forte e notoria che, da deboli e codardi quali erano essi diventarono forti e coraggiosi in tutte le circostanze della loro vita, sopportando con coraggio e pazienza ogni affronto e persino lo spargimento di sangue, dando la vita per Gesù e per il suo Vangelo.

Tutte le virtù, come la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza, devono essere richieste e supplicate allo Spirito Santo. Se sarai prudente, se sarai forte, è naturale che resisterai con più facilità alle influenze e alla pressione sociale; ma se sarai debole non potrai resistere loro.

La debolezza del cristiano lo porta, una domenica, a scegliere di non andare a Messa per andare a fare una gita. Ma se il cristiano è forte dice: “Io vado alla gita, ma prima vado alla Messa”, o “vengo più tardi, adesso non posso; vado alla Messa”. È curioso, perché quando si tratta di assentarsi dal lavoro la persona dice: “Non posso”, ma quando si tratta dei discorsi di Dio la persona tralascia e si assenta dalla Messa. Questo atteggiamento è una debolezza umana ed anche mancanza di fede. Purtroppo, oggi sono poche le persone che pregano e invocano lo Spirito Santo.

Lo Spirito Santo non dev’essere invocato soltanto dai gruppi carismatici ma da tutti i cristiani, da tutti i battezzati.

Alcuni si dimenticano, molte volte, di invocare Maria Santissima. Come è possibile separare Maria Santissima dallo Spirito Santo? Dove si trova lo Spirito Santo deve trovarsi anche Maria Santissima perché Ella è la dispensatrice di tutte le grazie ed è attraverso di Lei che lo Spirito Santo dispensa le grazie al cristiano. Ella è Sposa dello Spirito Santo.

Gli uomini fanno molte domande e chiedono cose banali e passeggere ma dimenticano di chiedere l’essenziale, che è la grazia dello Spirito Santo. San Luca nel capitolo 11, 13, ci dice: “Il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono”.

Vi è diversità di doni e di servizi, ma lo Spirito è lo stesso, perché è lo stesso Dio che tutto opera, in tutti.

La manifestazione dello Spirito Santo è data a ciascuno nel vantaggio comune. A qualcuno lo Spirito Santo dà una parola di saggezza, ad un altro una parola di scienza, ad un altro la fede, ad un altro ancora il dono di operare miracoli; a qualcun altro la profezia, ad un altro il discernimento dello Spirito, ad altri il dono delle lingue e ad altri ancora l’interpretazione di queste stesse lingue. Tutto ciò, però, è concesso dallo stesso e unico Spirito che dispensa a ciascuno secondo intende: “E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune” (1 Cor 12, 7). Cosa significa? Ogni dono è concesso non per il vantaggio personale, ma sì per il vantaggio degli altri, affinché i figli e le figlie di Dio traggano profitto da questi doni.

Non le è concesso perché la persona lo merita ma perché lo Spirito Santo intende dare il Suo dono a questo o a quello affinché lo sappia utilizzare in favore del bene comune.

Quando qualcuno riceve un dono deve esigere da sé stesso molti sacrifici, molte rinunce e molte fatiche perché deve far fruttare il dono che è stato ricevuto.

Così spiega la parabola dei talenti: “A chi più riceve, più gli sarà richiesto”. Se ricevi due talenti dovrai dare altri due, quattro. Se ne ricevi cinque dovrai presentare altri cinque, quindi dieci. Colui che ne ha ricevuti cinque dovrà lavorare molto di più di colui che ne ha ricevuti soltanto due. Perciò non dobbiamo invidiare i doni dello Spirito Santo che qualcuno possiede, perché è un peccato. Non possiamo dire: “Magari io avessi questo o quello di dono”. No, perché questa è la volontà dello Spirito Santo.

Osservate ciò che mi è accaduto. Dopo la Santa Messa ho chiamato un collega Sacerdote per stare al mio fianco e aiutarmi a pregare per le persone, e lo Spirito Santo ha deciso di realizzare le sue guarigioni e liberazioni. Dopo, a tavola, il collega mi ha chiesto: “Dove hai imparato tutto ciò?” ed io gli ho risposto: “Questo non si impara, è stato dato”. Pertanto, i doni sono concessi, non si imparano.

La carità è il più grande dono concesso dallo Spirito Santo: “Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!” (1 Cor 13, 13).

Non ci dimentichiamo mai che è lo Spirito Santo che santifica ed edifica le anime. È tutto opera dello Spirito Santo, è esso che converte i cuori, che li tocca, e non il prete. Se il prete è pieno dello Spirito Santo, le sue parole toccheranno i cuori e li convertirà, ma è lo Spirito Santo che si trova nel prete. Se egli non possiede lo Spirito Santo dentro di sé, può fare bei discorsi, preparati con molta cura, ma non toccherà i cuori, perché non Lo ha presente.

Nessuno potrà dire: “Gesù è il Signore” o “Gesù, io Ti amo” se non è sotto la spinta dello Spirito Santo, né potrà adorare Gesù se non per Sua azione. Nessuno potrà essere umile se lo Spirito Santo non inserirà nel suo cuore questo bel frutto di riconoscenza e di unioni al suo Creatore. E più umile è la persona, più grazie riceve da Dio.

Molte volte i cristiani perdono molte grazie perché non sanno riceverle. Diamo un esempio concreto: se Gesù Sacramentato passa vicino a te e tu rimani in piedi, come fossi una guardia, Gesù avrebbe voluto darti le Sue grazie ma non te le potrà dare, perché non vede in te l’umiltà. Allora la grazia passa e sarà concessa all’uomo umile che già la aveva in abbondanza, perché tu non hai onorato il tuo Dio. Dinanzi a questa situazione Gesù nulla può fare. Molte persone dicono: “Non mi va di inginocchiarmi”. Ed io dico: “Non ti va?” Ma è il tuo Dio che sta dinanzi a te! Hai una fede debole o non ce l’hai perché non riesci a identificare Chi è presente in questo momento.

Autore : Padre Manuel Sabino

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