Facciamo vera chiarezza sul caso Gloria Polo 9/9

Concezione dell’anima in contrasto con la fede cattolica?
L’anima non è mai sola perché è sempre vegliata da Dio

Concezione dell’anima in contrasto con la fede cattolica?

Ultima puntata del saggio di Flaviano Patrizi “Facciamo vera chiarezza sul caso Gloria Polo”.  L’autore tocca un argomento teologico decisivo per la credibilità dell’esperienza della dottoressa Gloria Polo. Ricordiamo che il dott. Patrizi procede nel suo saggio commentando porzioni di conclusioni dell’articolo Il caso “Gloria Polo” e, per facilitare la lettura, trascrive prima il brano che via via prende in esame e poi il suo commento.
Per chi volesse leggere la puntata precedente 8/9 clicchi qui.

Brano da commentare

La diffusione di credenze relative all’attività dell’anima disincarnata, antropomorfa, che si muove nello spazio e capace di interagire con i vivi in modo sensibile, visibile nel momento della separazione dal corpo, pone gravi contrasti con la fede cattolica.

Commento

A introduzione di questo mio commento, si tenga presente quanto scritto sopra sull’errore ermeneutico di fondo degli estensori dell’articolo[1]. Aggiungo che Gloria, come tutti coloro che sperimentano una esperienza di premorte, ha compreso, ha ricordato ed è riuscita a comunicare solo ciò che è frutto della mediazione cognitiva e dialogica della propria intelligenza – ancorata ad una determinata cultura – e della propria memoria. Per cui, il fatto che nella sua descrizione attribuisca all’anima un aspetto verosimilmente antropomorfo, non deve stupire. È una percezione simbolico soggettiva. Non tutti coloro che hanno fatto una esperienza di premorte danno la medesima descrizione della propria anima e di quella altrui, perché solo se il significante è significativo per il soggetto, l’esperienza può essere comprensibile. Allora si capisce perché nella mistica cattolica le visioni di santi appartenenti alla chiesa trionfante sono sempre antropomorfe e rispecchianti l’iconografia tradizionale.

La storia della mistica cristiana è piena di esperienze spontanee e non indotte di interazione anche sensibile tra le anime dei trapassati e le persone della chiesa militante. Per sincerarsene è sufficiente prendere una agiografia a caso. Questa fenomenologia non può essere, quindi, percepita come in contrasto con la fede cattolica.

Le esperienze extracorporee che avvengono nelle esperienze di premorte non sono contrarie all’antropologia cristiano cattolica. Nella Bibbia, nella Tradizione teologica cattolica e nel Magistero non ci sono, infatti, elementi teologici o filosofici che impediscano di ammettere tali esperienze. Nella tradizione mistica cattolica si annoverano, anzi, molti casi di esperienze extracorporee[2], come quelle ad esempio di Dritelmo[3], santa Caterina da Siena[4], Santa Faustina Kowalska[5], suor Josefa Menendez[6].

Un’esperienza di coscienza dislocata dal corpo non può negare quanto definito nel Concilio di Vienne, e cioè che «la sostanza dell’anima razionale o intellettiva è per sé e direttamente forma del corpo umano»[7]. Afferma il contrario solo chi, fraintendendo il significato autentico del dogma[8], trae da esso delle indebite conseguenze. Il compito del teologo non è certo quello di negare aprioristicamente queste esperienze, la cui evidenza[9] è sostenuta da eminenti studiosi e da una considerevole mole di studi scientifici, che non può essere ignorata, ma quello di comprenderle partendo proprio dalla corretta concezione dogmatica dell’anima.

Rimando per un approfondimento della questione al mio libro Illusione o realtà in cui presento i risultati della ricerca internazionale sulle esperienze di premorte non ancora presenti in lingua italiana.

 

Link consigliati

Flaviano Patrizi: https://www.gloriapolo.it/89-2/
– Gloria Polo: https://www.gloriapolo.it

 

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Note

[1] Vd. “Facciamo vera chiarezza su caso Gloria Polo 1/9“.

[2] Ricordiamo che le bilocazioni soggettive nella maggioranza dei casi sono esperienze extracorporee (Vd. AAVV, Dizionario di Mistica, voce “Bilocazione”, Libreria Editrice Vaticana, 1998).

[3] Beda il Venerabile, Historia ecclesiastica gentis Anglorum, Libro V, Cap XII, PL 95.

[4] Raimondo Da Capua, Santa Caterina da Siena. Legenda maior, Cantagalli, 1994, pp. 225-231.

[5] Santa Faustina Kowalska, La misericordia divina nella mia anima, Diario di santa Faustina Kowalska, pp. 4-5, 431.

[6] Josefa Menendez, Invito all’amore, Shalom, 2006.

[7] Denzinger, 481.

[8] Dedicherò a questa questione un articolo di approfondimento in cui, presentando la corretta esegesi del dogma, dimostrerò come Paolo Berti si sia gravemente equivocato nel suo articolo comparso nel sito del GRIS di Campobaso-Bojano e citato dal Santese e dalla Daraia.

[9] Lo studio di pazienti che hanno avuto delle esperienze di premorte mostra chiaramente che certe persone, durante la perdita temporanea della funzionalità del cervello, come nel caso di arresto cardiaco con anossia pancerebrale transitoria, con elettro encefalogramma piatto, possono sperimentare la coscienza al di fuori del loro corpo.

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