Ormai nelle chiese italiane, all’entrata, si potrà trovare non più l’Acqua Santa ma il dispenser di Amuchina. Un fatto che per molti è insopportabile.
Il gesto del segnarsi la fronte con l’Acqua benedetta sembra quasi che, almeno in questi mesi, sia stato del tutto sostituito da quello di disinfettarsi le mani, in contrasto al Coronavirus. Le istituzioni italiane hanno infatti messo nero su bianco l’atteggiamento da tenere prima di entrare anche nei luoghi di culto, e i vescovi italiani si sono trovati del tutto d’accordo.
Il dispenser di Amuchina sembra avere sostituito l’Acqua Santa
Tuttavia, a molti il gesto appare piuttosto stonato con il luogo in cui si entra. Non tanto per l’efficacia o meno del gel sanitario, messa in discussione peraltro da un buon numero di medici e di scienziati. Ma per il fatto che, nel momento in cui entriamo nel luogo a noi più caro, vale a dire la casa del Signore, l’idea di doverci preoccupare della nostra salute fisica più che della nostra anima, stona.
È come se, per qualche strano motivo, il questo caso il Coronavirus, ci trovassimo a dover modificare i termini della nostra fede, o se non altro il nostro sguardo nel momento in cui entriamo in Chiesa. Piuttosto che guardare a Dio, finiamo per preoccuparci del nostro io. Dalla salvezza dell’anima, si è passati alla sanificazione delle mani.
Amuchina e Acqua Santa. La differenza non può passare inosservata
Ma i due gesti, di fatto, non sono per niente equivalenti. E la carica contagiosa del virus, messa in dubbio tra l’altro da molti medici anche del tutto autorevoli, non equivale in nulla all’amore di cui il Nostro Signore ci carica il cuore quando ci rivolgiamo a lui.
Un’altra critica, ben serrata, riguarda il fatto che, se per entrare nelle chiese bisogna prendere una quantità di precauzioni considerevoli, ci sono raduni, spesso ideologicamente schierati, che secondo le istituzioni non richiedono affatto tutto questo tipo di precauzioni. Nel blog di Sabino Paciolla si prende a riferimento eventi come “le feste dell’Unità, i raduni dell’ANPI, i 25 aprile, i gay pride e simili eventi”.
Il rischio di dimenticarsi il senso di segnarci la fronte con l’Acqua santa
“Il rischio è di dimenticare la ricchezza e la profondità di segnarsi con l’Acqua Santa, quando si varca la soglia delle nostre Chiese”, viene commentato sul blog. “L’ho appreso anni fa, non alle lezioni di Catechismo in parrocchia, ma da una trasmissione di padre Gabriele Amorth su Radio Maria e oggi mi sembra doveroso ricordarlo”, spiega.
“Innanzitutto l’Acqua Santa, non l’Amuchina, è un sacramentale e in quanto tale la sua efficacia è direttamente proporzionale alla fede di chi ne fa uso. Il suo utilizzo nella liturgia cristiana è antichissimo e la storia ci dimostra la sua grande efficacia specialmente contro il demonio”, ricorda. “I due ossessi di Illfurt, quando veniva loro presentato un cibo nel quale fosse stata messa anche una sola goccia d’acqua benedetta, davano in smanie e non era possibile farglielo mangiare”, racconta.
Le parole di padre Amorth sull’uso dell’Acqua Santa
Insomma, segnarsi con l’Acqua Santa, prima di entrare in Chiesa, per i fedeli è un segno di devozione ma non rientra tra gli atteggiamenti opzionali. Al contrario, è un vero e proprio dovere che ci viene richiesto. In quanto, “rimette i peccati veniali, quando chi se ne serve ha il dolore nel cuore; dispone l’anima a ricevere i doni di Dio; protegge dalle insidie del demonio”.
Perciò, “niente a che vedere con l’Amuchina il cui campo d’azione più umilmente si limita, come cita l’etichetta, a batteri, funghi e virus”. L’autrice del post si rifà così agli insegnamenti di padre Amorth, in particolare quando spiegava che “l’Acqua Santa libera dai dolori e dalle infermità del corpo; allontana la grandine e la tempesta, donando fertilità alla terra e può anche contribuire alla liberazione delle anime del Purgatorio, se accompagnata da preghiere di suffragio”.
I consigli che dava il grande esorcista scomparso padre Amorth
Per questo, il grande esorcista consigliava di aspergere l’Acqua Santa in quei luoghi in cui sono stati commessi peccati mortali gravi, che siano questi sedute spiritiche o aborti. Ma anche, allo stesso tempo, di aspergerne frequentemente i moribondi. Nei momenti di maggiore dolore e sofferenza, infatti, chi è in fin di vita finisce per essere particolarmente attaccato dal demonio, con dure vessazioni.
Mentre il Signore dona grazie, benedizioni e sollievo dal male alle persone che si servono dell’acqua benedetta. Tramite l’acqua benedetta la Chiesa benedice i suoi figli e accende la fede viva e pulsante nella potenza e nella bontà infinita del Signore, che tutto può se ci si rivolge a Lui.
Portiamo con noi l’Acqua Santa e segniamo la fronte entrando in chiesa
Il Vangelo (Marco 9, 20-23) infatti ci dice: “Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede»“.
Per questo l’invito è di fare come consigliava Santa Teresa d’Avila, di portare con sé sempre una boccia di acqua benedetta, utilizzandola con frequenza. In particolare quando si entra in Chiesa. Nonostante al posto dell’Acqua Santa ormai ci si sia abituati a vedere il dispenser di Amuchina.
Giovanni Bernardi