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Elie Wiesel, premio Nobel, desiderò l’eutanasia, ma la moglie lo fermò

Elie Wiesel

Elie Wiesel aveva ricevuto il premio Nobel per la Pace, nel 1986, essendo uno scrittore e difensore dei diritti umani.
Qualche anno dopo, aveva dovuto subire un’importantissima operazione a cuore aperto, che gli poteva mettere a rischio la vita.

Così, Wiesel -confesserà più tardi- aveva chiesto alla moglie Marion di procurargli l’eutanasia, se fosse stato necessario, se si fosse ridotto in fin di vita e incosciente. Marion si rifiutò, ma cercò di aiutarlo, in tutti i modi, in altri modi, perché superasse quel momento di depressione.

Ecco come lo scrittore descrisse l’episodio: “A metà gennaio 2011, ero in Florida con mia moglie. Mi sono ammalato: i medici mi hanno diagnosticato una doppia pneumonia e imposto una settimana di ricovero. Ma, dopo quattro giorni, la mia situazione sembrava peggiorare. Ho domandato a Marion di fare non importava cosa, anche l’impossibile, per mettervi fine. Ella è riuscita a convincere i medici, spiegando che rischiavo la depressione e che bisognava assolutamente trovare il modo di ricoverarmi in hotel”.

Wiesel doveva essere operato d’urgenza a New York e si domandava: “Perché? Perché questa malattia? Questi dolori? Per che cosa li ho meritati?”.
Lui, ebreo di nascita, aveva vissuto ed era sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz, ad una tragedia umana e storica indescrivibile. Ora, si trovava di nuovo a rischiare la vita, ma stavolta desiderava soccombere: “Io ammetto di essermi messo contro il Signore, ma non l’ho mai rinnegato. Rivendico il grido di Geremia nelle Lamentazioni, quando evoca la distruzione del primo Tempio di Gerusalemme: “Tu hai ucciso i tuoi figli senza pietà! Tu hai assassinato il tuo popolo senza compassione!”.”, perché ad Auschwitz il Cristo si scorgeva nelle vittime martoriate dal terrore nazista ed erano tante, anche bambini.

Mentre Wiesel era preso da queste riflessioni, il nipote Elijah gli si avvicinò e gli disse: “Nonno, tu sai che io ti amo; e io so quanto tu stai soffrendo. Dimmi: se io ti amo di più, tu soffrirai meno?”.
Forse quella era la risposta che Wiesel attendeva, poiché scrisse di quell’istante: “In quel momento, ne sono convinto, Dio contempla la Sua creazione sorridendo”.

Antonella Sanicanti

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