
Non c’è nulla di più semplice e profondo che recitare il Santo Rosario, facendo scorrere tra le nostre dita i grani, piccoli e grandi, della Corona.
Giovanni Paolo II, oltre ad avere un’ammirazione particolare per la Madonna a cui dedicò continuamente il suo operato e la sua missione, aggiunse al Rosario i Misteri della Luce, per il giovedì, che si sono uniti a quelli già esistenti del Dolore, del Gaudio e della Gloria.
Risale al medioevo, quando si usava mettere una corona di rose sulle statue della Madonna, perché servisse ad esprimere le preghiere più belle e profumate, ma fu San Domenico che contribuì enormemente alla sua diffusione dopo che, durante un’apparizione, nell’anno 1214, ricevette la Corona direttamente dalle mani della Vergine.
Ma tanti altri sono stati i Santi che si affidavano giornalmente al Rosario, tra tutti ricordiamo San Francesco di Sales, San Carlo Borromeo, San Filippo Neri, San Massimiliano M. Kolbe, San Pio da Pietrelcina, che -si narra- mai si staccava dalla Corona, Santa Teresa che diceva: “Col Rosario si può ottenere tutto … esso è una lunga catena che lega il cielo alla terra; una delle estremità è nelle nostre mani e l’altra in quelle della S. Vergine … Il Rosario sale come incenso ai piedi dell’Onnipotente. Maria lo rinvia subito come una benefica rugiada, che viene a rigenerare i cuori”.
Il Santo Rosario è omaggiato continuamente nel Santuario di Pompei e anche Suor Lucia di Fatima ne esaltò la devozione.
Antonella Sanicanti