Ecco un’idea per ricaricare corpo e anima nella Sicilia antica e suggestiva

Ci sono dei luoghi incantevoli, l’italia ne è particolarmente ricca, dove è possibile ricaricarsi, a beneficio del nostro corpo e del nostro spirito.

Abbiamo tutti bisogno di fermarci e rigenerarci, sia per il nostro benessere fisico,  psichico, ma anche per quello della nostra anima.

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Chi cerca la pace, la trova

Un momento lontano dal caos delle nostre città e delle nostre vite quotidiane: quello che ognuno di noi desidera, almeno per qualche giorno. Stare in piena contemplazione della bellezza del creato, per dare quel giusto respiro e quella pace che vorremmo avere.

Per questo, abbiamo deciso di proporvi dei luoghi che possano definirsi sia turistici (dal punto di vista storico ed artistico), ma anche spirituali. Perché non solo il corpo ha bisogno di riposarsi, ma anche l’anima.

In montagna, in collina o al mare: ovunque purchè ci permettano di vivere la vicinanza con Dio ed esser lontani da distrazioni di ogni tipo.

Il Convento Santuario di Maria Santissima di Gibilmanna a Cefalù

Il santuario di Gibilmanna, dedicato alla Santissima Vergine, è un luogo di culto della città di Palermo, che si trova a Gibilmanna, frazione del Comune di Cefalù. Si trova a 800 metri sul livello del mare, alle pendici occidentali della cima delle Madonie.

Immerso nel verde delle montagne, dalla sua posizione in vetta, è possibile avere la visione di un paesaggio mozzafiato, dove una natura incontaminata abbraccia un Santuario ed un luogo ricco di fede. Luogo di pace, di natura e di spiritualità, nel pieno della breve dorsale montuosa posta nella parte settentrionale della Sicilia.

Il Santuario stesso è posto alle pendici del monte Pizzo Sant’Angelo, la cui altitudine raggiunge i 1080 metri. Il tutto, nel pieno della frazione di Gibilmanna.

Secondo la tradizione, quello di Gibilmanna era uno dei sei monasteri benedettini che San Gregorio Magno fece erigere a proprie spese, prima di essere eletto pontefice. La festa del giubileo di San Gregorio prevedeva infatti un pellegrinaggio al santuario e poi alle rovine di una chiesa distrutta che si riteneva l’originario oratorio edificato dal santo nel VI secolo.

Gli edifici conventuali dovettero andare in rovina nel IX secolo, in concomitanza con l’arrivo degli Arabi, mentre la piccola chiesa fu probabilmente in custodia di diversi eremiti. Con la conquista dei Normanni venne avviata una vasta opera di ricostruzione di monasteri ed edifici sacri.

La storia dell’arrivo della statua di Maria

Il giorno di Pasqua del 1534, durante una tempesta di mare, un’imbarcazione che trasportava una statua raffigurante una Madonna con il Bambino, trovò riparo nel borgo medievale del Castello di Roccella.

Pare che la Madonna, apparsa in sogno ad un frate cappuccino che viveva a Gibilmanna, lo abbia invitato ad andare a prendere una delle statue approdate, per condurla alla loro Chiesetta. La statua venne caricata su un carro trainato da buoi, che lasciati in libertà, dopo giorni di viaggio si fermarono nel promontorio che sovrasta Cefalù, dove sorgerà l’attuale Santuario di Maria SS. di Gibilmanna.

Nel 1535 Padre Sebastiano Majo da Gratteri, uno dei primi seguaci della riforma cappuccina, si stabilì a Gibilmanna, ottenendo in tal modo la facoltà di rifondare la chiesa ed il convento. Nella nuova chiesa fu trasferita la venerata immagine della Madonna con Bambino, un affresco in stile bizantino dell’antica cappella benedettina, che fu distaccato e inserito nel muro della cappella della Madonna.

Nel 1954 papa Pio XII dichiarò Maria Santissima di Gibilmanna patrona della diocesi e della città di Cefalù.

Una devozione che dura nei secoli

Oggi, in questo luogo, i pellegrini vengono accolti anche per giornate di preghiera e di ritiro, di incontro per ragazzi, ma soprattutto per la preghiera davanti all’immagine sacra di Maria il cui culto, come abbiamo visto, si tramanda da secoli.

Un luogo, anche se vicino alla città, ma che ci permette non solo di riposare, ma anche di “ricaricare” la nostra anima della presenza di Dio.

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