L’arcidiocesi di Palermo ha organizzato una serie di manifestazioni per ricordare Don Pino Puglisi nel ventisettesimo anniversario della sua morte.
Il Sacerdote della parrocchia di San Gaetano è stato un martire della fede ed una vittima della mafia per le sue opere di volontariato a Brancaccio.
Palermo ricorda Don Pino Puglisi nel 27° anniversario della morte
In questo 2020 segnato dalla pandemia di Coronavirus non è stato possibile organizzare una processione, ma l’arcidiocesi di Palermo ha voluto comunque ricordare uno dei suoi più illustri rappresentanti. In occasione del ventisettesimo anniversario della morte di Don Pino Puglisi, infatti, sono state diverse le manifestazioni tenute a Palermo.
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L’11 settembre è stato inaugurato l’asilo nito ‘Beato Giuseppe Puglisi e Santa Rosa Venerini’. All’inaugurazione hanno partecipato una ventina di bambini accompagnati dai genitori, nell’assoluto rispetto delle norme di distanziamento. I piccoli hanno potuto vedere anche il cartone animato ‘La missione di 3p’, ispirato alla vita del Sacerdote. Ieri sera si è tenuto il raduno alla parrocchia Santa Maria della Pietà, seguito dalla preghiera con veglia nella piazzetta Beato Padre Pino Puglisi. Infine questa sera alle 22.30 si terrà il concerto meditazione – in onda anche su Tv2000 – ‘Perché forte come la morte è l’amore’.
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Il Sacerdote che sorrise alla morte
Animato da una fede purissima, Don Pino Puglisi era il Parroco della chiesa di San Gaetano a Brancaccio. Ben presto, appena ebbe i fondi sufficienti, fondò il centro ‘Padre Nostro’, nel quale dava assistenza alle famiglie, fornendo loro un’alternativa alla vita malavitosa. Un impegno devoto alla causa per la quale riceveva dei riconoscimenti, ma che lui riteneva il minimo indispensabile: “Sono soltanto uno che ha cercato di lavorare per il Regno di Dio”.
Con il passare del tempo sempre più ragazzi venivano tolti dal giogo della mafia e questo non piacque a Cosa Nostra che ne ordinò l’assassinio. Il Parroco era consapevole che quel giorno sarebbe arrivato e quando il sicario si è presentato gli disse: “Me lo aspettavo”. Dopo aver ricevuto il colpo mortale, Don Pino non mostrava alcun segno di paura o di rimorso, ma una serenità nella quale si manifestava il volto di Dio. A confidarlo è stato proprio il suo assassino: “C’era una specie di luce in quel sorriso”.
Luca Scapatello