Il dolore dei fedeli per gli scandali finanziari in Vaticano. La denuncia

La denuncia di monsignor Silvano Maria Tomasi: nelle ultime settimane la vicenda del card. Becciu e del Vaticano ha purtroppo scandalizzato molti fedeli.

Foto Vatican Media/LaPresse 10-04-2020 Città del Vaticano, Vaticano Cronaca Venerdì Santo, Papa Francesco celebra la Via Crucis da piazza San Pietro.Nella foto: il Santo Padre FrancescoDISTRIBUTION FREE OF CHARGE – NOT FOR SALE

“La credibilità della Chiesa ne è diminuita e non è una cosa bella”, ha affermato monsignor Tomasi in un’intervista al quotidiano La Repubblica. “Sono dispiaciuto perché tutto il bene che fa la Chiesa e che fanno anche gli uomini della curia romana viene sommerso da questi scandali”, ha affermato ancora il religioso, mettendo in luce cosa ne pensa di tutto ciò che ha riempito le pagine dei giornali negli scorsi giorni e settimane.

Gli scandali finanziari minano la credibilità del Vaticano

Monsignor Tomasi infatti, membro del corpo diplomatico, per anni è stato osservatore permanente della Santa Sede all’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra. Tomasi è un ecclesiastico di lungo corso e conosce bene la Curia Romana. Gli ultimi scandali che hanno investito la Chiesa, portando all’arresto di Cecilia Marogna e alle dimissioni del cardinale Angelo Becciu dal suo incarico, lo hanno rattristato molto.

Purtroppo in epoca recente fatti di questo tipo se ne sono visti, e numerosi. Dai Corvi di Vatileaks ad oggi, i giornali trovano grande interesse in tutto ciò che è torbido e oscuro. E che accade al di là delle Mure Vaticane, di un’istituzione umana internazionale che gestisce la Chiesa in tutto il Pianeta. Tutto ciò inevitabilmente si presta a questo genere di problematiche.

Monsignor Silvano Maria Tomasi – photo web source

Nel novecento il Vaticano ha rifiutato competenze e conoscenze

Specialmente dal novecento in poi, come ha spiegato invece il Corriere della Sera. “È scomparsa una parte del Paese di stampo aristocratico e borghese delle cui competenze la Santa Sede in vari modi si è a lungo potuta servire”, afferma infatti il quotidiano milanese con un editoriale.

“La Democrazia cristiana di Alcide De Gasperi, ad esempio, fece ampio ricorso a non pochi dei suoi esponenti per una serie di incarichi importanti e generalmente con ottimi risultati. Vien fatto di pensare a tutto ciò quando si apprende dai giornali di come venivano abitualmente gestiti i cospicui fondi della Santa Sede da parte di prelati di ogni rango”.

Il rifiuto della tradizione che porta a una perdita di autorevolezza

La Santa sede così avrebbe perso negli anni competenze e conoscenze utili a gestire questioni prettamente materiali. Ad esempio su come gestire i fondi di un’organismo che ha rami in tutti gli angoli del globo. E che devono essere utilizzati per l’evangelizzazione e l’annuncio del Signore. Perché è ciò che chiedono i fedeli e ciò che caratterizza da sempre la missione della Chiesa.

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Monsignor Silvano Maria Tomasi e Papa Francesco – photo web source

Mentre invece questa attività è rimasta in mano a prelati “tutti evidentemente digiunissimi di cose finanziarie (e alcuni senz’altro onesti, come io mi ostino a credere il cardinale Becciu)”, continua il Corsera. “I quali per anni, come se niente fosse sono stati soliti affidare milioni e milioni a società con sede nei luoghi più sospetti, a personaggi tra i più improbabili, a banchieri di mezza tacca, a intermediari dal più che dubbio profilo, a tizi presentati da altri tizi, e così via”, spiega.

Personaggi improbabili sono finiti ad amministrare i beni della Chiesa

“A una genia di figuri, insomma, che qualunque persona appena avvertita avrebbe messo alla porta all’istante guardandosi bene dall’affidargli sia pure un centesimo. Figuri che invece in Vaticano sembra che abbiano ricevuto ogni volta l’incarico di manovrare cifre da capogiro”.

Senza contare infine che il processo costante di internazionalizzazione della Curia, oltre che della Chiesa (insieme anche al rifiuto di tutto ciò che viene “tacciato” di Tradizione, anche se fossero le utili esperienze di persone di antica tradizione culturale), ha portato a “un indirizzo, come si sa, fin dall’inizio all’insegna di legami più che sospetti con ambienti finanziari mondiali dalla grigissima reputazione quando non dediti a vere e proprie attività criminali”.

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Il palazzo di Sloan Avenue, a Londra, al centro dell’indagine della magistratura vaticana sull”estorsione consumata dal broker molisano Gianluigi Torzi alla Santa Sede – sourceweb

Vaticano, se le attività illecite vengono allo scoperto è un bene

Ma se le attività opache vengono allo scoperto, è certamente un bene, ha spiegato monsignor Tomasi.  “Questo sì. Ricordo quando Joseph Ratzinger parlò della necessità di fare pulizia nella Chiesa. Ecco fare pulizia implica che lo sporco emerga, venga alla luce. Ed anche se fa male si tratta di un’operazione necessaria”.

Tuttavia vedere che che alcune attività finanziarie siano state portate avanti anche con i soldi della carità del Papa ferisce nel profondo ogni cattolico. “Non conosco i dettagli di quanto accaduto. Certo quando prevale l’egoismo di pochi sul bene della Chiesa è sempre un male”, commenta Tomasi.

Gli scandali che vengono alla luce nel momento di “Fratelli Tutti”

La cosa ancora più dolorosa, è che queste malefatte vengono alla luce proprio nel momento in cui Papa Francesco ha dato al mondo la sua terza enciclica intitolata “Fratelli tutti”. “Il richiamo è per una fratellanza universale che è obbligo morale di tutti ma specialmente per gli uomini di Chiesa. In questa fase però non stiamo dando un buon esempio e questo, lo ripeto, è per me motivo di dispiacere“, ha spiegato il religioso.

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Che ha aggiunto: “Sono di carattere ottimista. Ritengo che attraverso questa prova ne uscirà una Chiesa migliore. Avviene sempre così, anche se è doloroso”. Intanto il cardinale Becciu, attraverso il suo avvocato, respinge tutte le accuse che lo vedono coinvolto in un’attività di pressione sui giornalisti per quanto riguarda il caso Pell.

La risposta dell’avvocato del cardinale Becciu

Becciu avrebbe cioè agito in qualche modo, secondo le accuse, sui mass media per mettere in cattiva luce il porporato australiano. Sfruttando il suo rapporto privilegiato con i giornalisti.

“Rilevata la persistente attenzione di alcuni giornalisti alla vicenda processuale del cardinale Pell, è costretto a ribadire con fermezza di non aver mai interferito in alcun modo in essa”, afferma l’avvocato del cardinale.

“Il cardinale Becciu si rivolgerà immediatamente alla competente autorità giudiziaria per la tutela della propria onorabilità, così gravemente lesa”.

Giovanni Bernardi

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