
Era nato il 20 Luglio del 1914 e ci ha lasciati solo qualche giorno fa, il 13 Febbraio, per la precisione.
Dobri Dobrev aveva, dunque, più di 100 anni.
Molti lo chiamavano “nonno Dobri” o “il Santo di Bailovo”, il paesino a 15 chilometri da Sofia, in Bulgaria, dove è vissuto.
Qualcuno racconta, di avergli sentito dire, di aver cambiato vita per espiare un errore, ma, in realtà, si sa pochissimo del suo passato, se non che aveva 4 figli (solo due di loro gli sono sopravvissuti) e che, ad un certo punto, ha deciso di vivere, in pieno, il Vangelo.
Così Dobri, aveva rinunciato a tutto ciò che possedeva e, mano a mano, aveva assunto le sembianze di un eremita/mendicante, che viveva per le strade del paesello, nella pace e nel nascondimento totali.
Tutto era cominciato dopo la seconda guerra mondiale, guerra in cui una granata gli era scoppiata vicinissima, facendogli perdere quasi del tutto l’udito.
I suoi averi furono donati alla chiesa, perché iniziasse una nuova vita in povertà e preghiera.
Aveva un letto, ma preferiva dormire sul pavimento; il suo vestiario era stra-usato, le scarpe se le faceva da se. Si cibava, solitamente, con pane e pomodoro e null’altro.
La descrizione di come conduceva la sua esistenza corrisponde proprio a quella di molti Santi, specialmente dei primi secoli del cristianesimo. E non è tutto.
Spesso si recava, a piedi, a Sofia per questo motivo (solo ultimamente, vista la sua avanzata età, si era convinto a prendere l’autobus; gli autisti, ovviamente, non gli facevano mai pagare il biglietto).
In tutti quegli anni, ha donato, così, ben di 40 mila euro.
A chi si avvicinava per offrirgli qualcosa, era solito dire: “Rallegratevi in Dio”.
La sua fama è cresciuta, nel corso dei decenni, tanto che nel 2000 gli dedicarono un docufilm. Lui affermò: “La buona volontà è giusta e vera. Tutto in essa è positivo”.
Antonella Sanicanti