e tu le insidierai il calcagno”.
Siamo solo al terzo Capitolo del 1 Libro Sacro, la Genesi, e già si prospetta il simbolismo tra il serpente tentatore e la sua sorte, da essere infame, che lo vede schiacciato dalla “donna”, da colei che ha il potere di annientarlo.
Se a questo si aggiunge che è la Vergine Maria la “benedetta tra tutte le donne”, si può dedurre che il serpente, adescatore delle anime, demone vessatore, possa averne gran timore.
Allora, cosa può succede a Satana quando, ininterrottamente, si recitano le 5 decine del Santo Rosario e magari, poi, anche gli altri 15 Misteri rimanenti?
Un colpo dopo l’altro, si invoca la Madonna con la preghiera che maggiormente le confà: “Ave, o Maria”!
Un colpo dopo l’altro, si ricorda al demonio di ritornare nei suoi ranghi, di indietreggiare di fronte alla luce di Dio e alla sua grazia, che lui stesso ha voluto, un tempo, rinnegare.
La preghiera dell’“Ave, o Maria” inizia con un verso che riprende il saluto dell’Arcangelo Gabriele, alla Vergine, quando, come messaggero di Dio, le annunziò che avrebbe dato alla luce il Salvatore del mondo: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te” (Luca 1, 28).
Continua, poi, con il saluto che la cugina Elisabetta (anche lei in dolce attesa per grazia ricevuta, pur essendo in età avanzata) le rivolse alla sua visita: “ (…) ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!” (Luca 1,42).
La seconda parte della preghiera è semplicemente un’invocazione, perché Maria interceda continuamente per noi, in ogni momento della vita e fino alla morte, presso il Padre celeste.
Nelle preghiere di Antonio da Stroncone, un Francescano vissuto tra il 1381 e il 1461, si è ritrovata la prima formulazione completa dell’ “Ave, o Maria”, che il Concilio di Trento, poi, dichiarò essere stata assemblata dalla chiesa stessa.
La sequenza delle “Ave, o Maria” nel Rosario, poi, collegano tra loro i Misteri, che ripercorrono tutta la storia terrena di Maria e di Gesù, nei loro momenti più salienti e significativi.
Per questo motivo la Madonna stessa, in molte sue apparizioni, indica la pratica del Rosario come il mezzo più efficace per combattere il demonio e le sue opere, per opporre al regno delle tenebre la luce del mondo, che viene attraverso il Cristo da lei concepito.
E pure lo stesso demonio, tra l’altro, ha confermato, durante molti esorcismi (mentre chiamato in causa dal sacerdote), che impartiva il rito, ha risposto alle sue domande, che teme Maria; teme la preghiera del Rosario.
Ecco cosa il demonio disse a Padre Gabriele Amorth, che cercava di comprendere con che spirito avesse a che fare, nel tentativo di liberare una persona dalla possessione demoniaca:
“Mi fa rabbia perché (Maria) è la più umile di tutte le creature e io sono il più superbo; perché è la più pura di tutte le creature e io non lo sono, perché è la più ubbidiente a Dio di tutte le creature e io sono il ribelle!” (…) “Ho più paura quando nomini la Madonna perché sono più umiliato ad essere vinto da una semplice creatura anziché da Lui …”.
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